L’attività scrittoria (come l’articolazione del linguaggio) è un comportamento che appartiene solo alla persona umana, nessun altro essere la sa eseguire; la manoscrittura rappresenta l’impronta personale e varia all’interno di un quadro intimo e personale.

Anche se la grafia muta a seconda dello stato d’animo, di salute o in relazione alle diverse età della vita, rimane nell’ambito di un ventaglio riconducibile, nei suoi elementi sostanziali, a una stessa struttura cerebrale-nervosa-muscolare e scheletrica, che è unica.

A scrivere si impara e perché l’apprendimento si svolga in modo sereno e soprattutto armonico occorre che alcune ‘tappe’ dell’apprendimento (e dell’insegnamento) siano rispettate, iniziando dalla gestualità e dall’incoraggiamento dell’espressività con attività pregrafiche.

Questo significa che il bambino già nel corso della scuola primaria dovrà essere esposto alla manipolazione di oggetti e materiali, sollecitato alla corretta impugnatura di matite e pastelli e incoraggiato alla libera espressione del gesto grafico.

I primi scarabocchi si ‘organizzeranno’ col tempo in gesti più ampi e ordinati, si preciseranno in modo sempre più fluido e scorrevole. Il cerchio è la prima forma a definirsi e col formarsi delle basi della grafia si ampliano ed espandono le capacità cerebrali del bambino, l’hardwere, per così dire, si arricchisce e si espande, gettando le basi per lo sviluppo dei diversi aspetti delle aree dell’apprendimento quali memoria, attenzione, concentrazione e autodisciplina.

Studi internazionali stanno dimostrando che, a dispetto della deriva tecnicista verso la quale molte scuole si stanno spiaggiando nel mondo, scrivere a mano, disegnare, scarabocchiare e prendere appunti con carta e penna è un’attività che favorisce e mantiene buone capacità di apprendimento e di memoria, mantiene inoltre un fondamentale coordinamento visuale, fa quindi bene e non danneggia viceversa la vista (come avviene con l’eccessivo utilizzo del computer).

Scrivere a mano (e leggere la grafia altrui) favorisce inoltre l’acquisizione della lettura e rafforza il coordinamento spaziale.

Torniamo ad insegnare con fiducia (e con pazienza) il corsivo nelle nostre scuole, non dimenticando che i prerequisiti di una buona manualità grafica iniziano a svilupparsi e vanno stimolati fin dalla scuola dell’infanzia (quello che un tempo si chiamava ‘asilo’).

Manipolare materiale, colorare, disegnare, respirare, danzare, fare musica ( e in qualche caso ‘meditare’) sono tutte attività propedeutiche a un buon corsivo. Ne parlo anche io nel mio ultimo libro: ‘Il significato del gesto grafico, Disegni, schizzi e scarabocchi a tutte le età’…

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(segue)