Un altro piccolo gesto ‘rivelatore’

La lettera t, secondo il modello scolastico,  è composta da una linea verticale, asta,  che viene tagliata da una linea più piccola, solitamente orizzontale: il trattino a taglio a barra. Quest’ultimo può collocarsi in alto, in basso, arretrato, avanzato, ecc. Può avere inoltre forma e pressione diverse, oppure può essere addirittura omesso. L’andamento o la posizione del trattino è rivelatore delle aspirazioni dell’Io nei rapporti sociali e della volontà di affermarsi (assertività o meno) di chi scrive.

Quando parliamo delle diverse modalità di eseguire una t, dobbiamo tener presente che è normale e assai frequente che una stessa persona abbia due o più modi di eseguire molte lettere, in particolar modo quelle che, in italiano, ma anche in altre lingue, possono essere  ‘doppie’; ciò fa parte della cosiddetta ‘variabile’ personale che assume particolare rilievo in campo peritale.

Alcuni significati di massima seguono il sombolismo dello spazio grafico, cioè vengono analizzati secondo i vettori destra-sinistra; alto/basso e relativi alla pressione (davanti dietro).

Anche per i tagli delle t , come in parte per la g e per accenti e puntini delle i, si prenderà in considerazione il simbolismo dello spazio o del campo grafico, di cui ho parlato nei precedenti post su quell’argomento: I e II.

Come ho già accennato nel post Sesso e grafia III, la modalità di eseguire il trattino o taglio delle t rivelano, simbolicamente, come affrontiamo la zona superiore della grafia (quella deputata alla spiritualità e agli ideali, ma anche l’orgoglio); può indicare autostima, oppure ambizione e desiderio di potere e dominio (in ambito sia professionale che personale), fino alla una tendenza al dispotismo e alla tirannia.

Il modo di tracciare i tagli delle T è indicativo del tipo di volontà che ci muove poiché per tracciarlo, così come avviene per tutti gli altri piccoli gesti accessori e distintivi (diacritici), occorre un preciso atto di volontà esecutiva, che varia da persona a persona.

I piccoli gesti accessori, o ‘gesti fuggitivi’ nella grafologia morettiana, sono si altamente rivelatori, ma vanno sempre collocati nel loro corretto contesto e occorre valutare se, rispetto a quest’ultimo, essi sono coerenti (cioè vanno nello stesso senso del significato generale dell’energia e degli aspetti rappresentati dal copus grafico) o se invece sono contradditori o discordanti, E’ sempre importante che il grafologo sappia dare spiegazione soprattutto delle diversità grafiche, sia quando esegue un’analisi che, soprattutto, in caso di perizia in ambito legale.

Come già osservato nel post dedicato ai puntini sulle i, anche per tracciare i tagli delle t occorre staccare la penna dal foglio e, solitamente, se si esegue il trattino immediatamente dopo l’asta della lettera fra la t e la lettera successiva non si interromperà la continuità grafica (a), ma se il trattino verrà apposto dopo aver completato la parola – come talvolta accade – allora si produrrà una (più o meno visibile) ‘fisiologica’ interruzione (b):

 

Schematicamente si possono contare una decina di modalità di posizionale il trattino o taglio della t, ma va da sé che le ‘varianti’ possono essere molte di più, soprattutto quando vi si aggiungono svolazzi e ricci vari, in parte già evidenziati nei post dedicati alla Firma (I, II).

Immagine tratta da: ‘101 modi di interpretare la scrittura’ di F. Rende.

‘Ritorto’ e ‘ a mazza’ non fanno parte della terminologia morettiana, ma francese.

Taglio della t arretrato o avanzato

In questo caso vale la simbologia dello spazio o campo grafico (vedi post); per cui se arretrato, il trattino ha andamento sinistrogiro, regressivo, indeciso, irresoluto. Mentre se è avanzato è destrogiro, si colloca oltre l’asta (il modello calligrafico lo vorrebbe appoggiato ad essa), denota propensione all’azione, fiducia nel futuro, ma anche imprudenza. Come al solito sarà il contesto a darci la buona chiave di lettura.

Taglio della t corto o lungo

Nel taglio corto si legge una volontà fiacca, influenzabilità, inibizione, ammutolimento. In un contesto positivo e solo ‘misurato’, avvaloreranno significati che vanno più nel senso della sobrietà, della misura, della discrezione, dell’essenzialità (come avviene per Parca, vedi Glossario). Occorrerà sempre vedere da che tipo di pressione e ritmo grafico generale questi gesti sono accompagnati.

Esistono trattini lunghi che terminano a punta (come fossero dei pugnali) ed altri che mantengono grossomodo lo stesso spessore dall’inizio alla fine (detti ‘a mazza’). In entrambi i casi esprimono aggressività, desiderio di dominio sull’ambiente; questa ‘arma’ può essere rivolta a volta verso sé stessi, altre volte spinta con decisione verso il Tu. Talvolta col sarcasmo o il punzecchiamento, altre volte con una vera e propria onda d’urto reattiva, densa di tensione e nervosismo.

Taglio della t discendente

Ha l’andamento e i significati della grafia discendente, se in contesto molle, tende ad abbattersi e avvilirsi. In contesto tonico e se appuntito (vedi acuminato), anche se discendente, il trattino della t così eseguito ha valenza di ‘angolo’ e significato di testardaggine e di tendenza a schiacciare il prossimo.

Taglio della t ascendente

IL moro del trattino è Ascendente, segue quindi andamento e significati di questo indice (vedi Glossario), è un po’ come se chi scrive alzasse il naso in un atteggiamento altezzoso, arrogante e di disprezzo del prossimo.

Talvolta il trattino ascendente parte però da sotto il rigo base, indicando aggressività che affonda e trova origine in irrisolte tematiche sessuali.