M. Luisa Galazzetti Muscinelli

Significati e significanti del linguaggio della grafologia, Bologna, Clueb, pp 883

Recensiione su “Scrittura” n.188

Valeria Zacconi

Un valido strumento di studio e lavoro per il grafologo è il corposo ‘Significati e significanti nel linguaggio della grafologia’ di M. Luisa Galazzetti Muscinelli dall’eloquente sottotitolo: Dizionario dei termini tecnici, dei segni grafologici, delle proprietà psicografologiche, delle espressioni idiomatiche.

Tutti i riferimenti e le linee-guida utili al grafologo

Un dizionario dunque che promette la possibilità di trovare – anch’esso in sintesi e in un unico testo – tutto ciò che serve a un grafologo per condurre un’analisi grafologica con competenza lessicale, precisione di termini, conoscenza delle fonti di provenienza e degli esatti significati dei vocaboli; si tratta di un accurato lavoro di sistematizzazione del linguaggio grafologico, nel preciso, e riuscito, intento di renderlo più attuale, più accessibile, più unitario e dunque all’altezza di colloquiare efficacemente e costruttivamente non solo con le varie scuole grafologiche ma anche con le altre scienze con cui la grafologia si relaziona: la psicologia, la medicina, la neurofisiologia, la sociologia e via dicendo.

Ottimo linguaggio

Accurata la sistemazione linguistica dei termini grafologici, alla ricerca di un un linguaggio grafologico comune e una terminologia sempre più condivisibile fra le diverse scuole, senza confusioni.

Condiviso l’analisi offerta da Anita Rusciadelli su Scrittura n.161 (2012) che ripropongo in parte ed invito a rileggere per intero sulla rivista:

  • “per ogni termine preso in esame vengono descritte le radici etimologiche e i significati originari, cosa a mio avviso particolarmente utile per scampare a quella ovvietà in cui facilmente si rischia di scivolare anche nella stesura di un’analisi grafologica;
  • i segni grafologici mantengono naturalmente la denominazione voluta da Moretti e spesso conservano anche tutta la loro valenza evocativa e la loro coloritura, dato che l’autrice riporta fedelmente quelle particolari espressioni idiomatiche che Moretti amava usare nei suoi testi per rende- re al meglio i suoi concetti;
  • la dettagliata spiegazione di ogni segno grafologico raggiunge un’efficacissima completezza perché condensa – e spesso riporta interamente per inciso – il pensiero, le ricerche, le sperimentazioni e i contributi dei massimi esponenti della grafologia morettiana, i cui nomi, in sigle, compaiono in calce alla trattazione di ogni voce, così da consentire un rapido aggancio bibliografico;
  • talvolta, ancora in calce, compare la denominazione del segno in lingua straniera (francese, inglese, spagnolo, tedesco), ricavata dalle traduzioni all’estero delle opere di Moretti e del trattato di grafologia morettiana di Torbidoni- Zanin.
  • grazie ad agili strategie (sottolineature, asterischi, elenchi puntati, punti, frecce semplici e astate, abbreviazioni ecc.) viene favorita una rapida visualizzazione delle peculiarità del segno e una facile memorizzazione;
  • per ciascun segno vengono descritti la neurofisiologia del suo movimento, la categoria di appartenenza, il criterio per la misurazione del grado, il suo significato fondamentale e le sfumature che lo stesso acquisisce all’interno dei vari contesti, nonché le sue principali combinazioni e le indicazioni orientative circa l’Istinto dominante e le disposizioni attitudinali;
  • oltre ai segni vengono anche trattate le espressioni e i termini usati dalla scuola morettiana, i vocaboli indicativi di proprietà e tutti i tratti di personalità presenti nei testi di Moretti e dei suoi prosecutori e ogni tratto è collegato ai segni grafologici corrispondenti; compaiono – ancora in calce – quei termini appartenenti ad altre scuole grafologiche che sono ormai entrati a pieno titolo nel linguaggio morettiano.”

Metodo, ma anche filosofia di Moretti

L’autrice tocca la questione epistemologica e la scientificità della materia avvalendosi di autorevoli contributi (tra cui quello di Umberto Veronesi); racconta con dovizia di particolari l’ideazione del metodo grafologico da parte di Moretti e la sua procedura, ne tratta i principi teoretici e ne spiega gli sviluppi.

In sintesi si potrebbe dunque dire che questo testo coniuga:

  • “una molteplicità di autorevoli fonti e di informazioni approfondite con una fluente agilità espositiva, che rende accessibile il difficile ed evita la stucchevolezza analitica della mera elencazione;
  • – una solida competenza etimologica – per radicare il significato di ogni termine nel suo terreno originario – con una rigorosa attenzione al senso preciso e corrente, utile per preservarsi dalle inutili dispersioni nell’uni- verso delle parole simili;
  • – un’esatta relazione tra significati e significanti con il rispetto per l’intrin- seco potere evocativo di ogni parola;
  • – contenuti documentati e consistenti con quella fluidità che consente una lettura scorrevole, efficace e appagante per gli addetti ai lavori e per chi vuole soffermarsi, capire ed entrare nell’essenza ultima della parola, conoscere o ricordare o comprendere in ampiezza.

In sintesi e in conclusione, il lavoro di M. Luisa Galazzetti Muscinelli, è senz’altro un’opera meritevole di essere contemplata tra gli strumenti di consultazione di ogni grafologo che abbia a cuore un utilizzo credibile e uno sviluppo efficace della grafologia.”

Aggiungo che, pur trattandosi di un’opera sicuramente impegnativa per il grafologo alle prime armi o amatoriale, si tratta di un validissimo strumento di approfondimento e lavoro per lo studioso e professionista attento, determinato e con una certa esperienza, proprio per il suo taglio multidisciplinare e la trattazione accurata.

 

Nota: Concezione della scrittura secondo Girolamo Moretti
            INTERVISTA DI FRANCESCA MARCELLI A P.FERMINO GIACOMETTI
            Metodo grafologico di Girolamo Moretti
            Anita Rusciadelli su Scrittura n.161 (2012)