I puntini sulle ‘i’ a forma di goccia tradiscono il killer e guidano alla soluzione di un caso in un romanzo e poi film da un’idea di Jeffery Deaver, l’autore del ‘Collezionista di ossa’.

Jeffery Deaver, l’autore del ‘Collezionista di ossa’ è anche autore di un thriller in cui il protagonista, Parker Kincaid, ex agente dell’FBI, coinvolto in un caso complesso di omicidi e minacce seriali, è anche esperto ‘calligrafo’ (così è definito nel testo, noi preferiamo dire grafologo). Molti gli intrecci fra minaccia pubblica e vita privata, piacerà agli amanti del genere. In una terrorizzata Washington, Kincaid nota che la lettera legata al caso presenta i puntini delle i vergati in modo peculiare, come fossero delle lacrime, appunto, (da qui il suggestivo titolo del libro), gli stessi puntini usati anni prima da un killer che al momento si trova all’ergastolo.

La grafia del ‘becchino’ che minaccia la città nei giorni di festa (Capodanno nel libro, il 4 Luglio nel film) mostra però anche un leggero tremore, segno che chi ha scritto ha forse cercato di modificare (dissimulare) la sua naturale grafia…

Interessanti e non banali le considerazioni di grafologia giudiziaria di Kincaid, l’autore mostra di essersi ben documentato sulla materia e punta le proprie osservazioni su quel piccolo gesto fuggitivo che caratterizza la modalità di eseguire i puntini delle i dell’autore-criminale. Restano più fumose e imprecise le affermazioni per quanto riguarda la parte psicologica generale dell’analisi grafologica, ma questo sembra rispecchiare un pregiudizio diffuso sulla materia, rispettata in ambito criminalistico, molto meno in quello descrittivo delle tendenze personali, anche se parte di un’affermazione finale del protagonista recita:

‘Ho sempre pensato alla scrittura come a una specie di impronta digitale del cuore e della mente…’

Dal libro del 1999 è stato tratto anche un film omonimo nel 2010, per la regia di Norma Bailey, con l’attrice canadese Natasha Henstridge e l’americano Tom Everett Scott.