Il significato del gesto grafico a tutte le età

 

Conoscere per incontrare e camminare insieme all’altro verso il futuro,  sostenendosi ed educandosi reciprocamente. Questo, potremmo dire, è il canovaccio su cui si disegna ed emerge alla luce il senso, e il valore, dello scritto che abbiamo davanti. Attenzione a comprendere l’identità del mio “prossimo”, la sua condizione esistenziale, il ritmo del suo cammino, l’armonia dei suoi passi nella vita; individuarne le potenzialità e le problematiche; osservare come queste si strutturano nella percezione di sé e dell’altro da sé, nelle modalità di elaborare emozioni, sentimenti, idee e progetti per (come ci piace affermare) farsi “compagno di viaggio” sulla strada del divenire quotidiano: sono questi i criteri metodologici e le motivazioni etiche che dovrebbero sempre guidare il servizio descrittivo-propositivo della disciplina e della professione grafologica.

Gesto grafico e comportamento grafico

È ben noto, e ormai ben riconosciuto, che il comportamento grafico, sia esso espresso come scarabocchio, disegno o scrittura, si evolve nel tempo accompagnando il percorso di continua riorganizzazione della persona che si realizza nella dinamica di sviluppo identitario che dà senso, promozionale di unità e pienezza di vita per la persona, all’interazione tra le proposte formative, la costituzione e i dinamismi del singolo individuo; sono questi ultimi, infatti, che modulano la percezione e la rielaborazione degli stimoli, da qualsiasi parte originati, e la risposta sempre originale ad essi. È da questa interazione, sommariamente richiamata, che scaturisce e si organizza il cammino di modellamento sempre nuovo, cioè l’evoluzione e la maturazione, della identità personale.

Il valore del processo di sviluppo armonico della persona

Girolamo Moretti, lo ricordiamo a chi non avesse confidenza con la sua proposta grafologica, ha idee molto chiare sul senso e il valore del processo di sviluppo armonico della persona. Egli annota con forza la necessità che il processo “formativo”, vale a dire l’azione di “insegnare”, suggerire e proporre all’alunno (ad ogni età si è alunni, chiamati alla scoperta di nuove realtà e a far propri nuovi apprendimenti!) idee, rapporti e prospettive significativi per il ben-essere e il ben-agire della persona (individualità in relazione), si deve coniugare con il processo “educativo”, cioè la promozione delle potenzialità soggettive finalizzata alla loro piena traduzione in visione della vita, capacità di progettazione e creatività realizzatrice.

Ciò richiede necessariamente che gli stimoli, proposti alla persona, siano avanzati in armonia con le sue capacità di apprendimento in modo che la stessa possa riconoscerne la natura e il senso valoriale per la propria crescita e, insieme, adeguati  ai criteri di apprendimento, elaborazione e risposta propri ed esclusivi di ognuno.

Di fatto non esiste una proposta formativa che sia univoca, ad esempio, per tutta una classe di alunni. Ognuno apprende in modo originale ed è a questa originalità che va diretto l’insegnamento, che va ascoltata, compresa e promossa.

Parlare a chi scrive

Lo scritto di Valeria Zacconi si pone in questa ottica, sempre con stile sobrio e, per tanti aspetti, accattivante. Infatti la sua riflessione, che si traduce agilmente in suggerimenti formativo-educativi, si caratterizza non come esibizione di cultura o di competenza professionale, che sono innegabili, ma come suggerimenti avanzati, quasi sotto voce, da “compagna di viaggio” di genitori, insegnanti e ragazzi, cioè di tutte le persone che abbiano voglia di agire per vivere, ed aiutare l’altro a vivere ed esprimersi, con vivacità armoniosa e creativa.

Proprio per questo, pur nella sua semplicità, il volume non dovrebbe mancare sul tavolo di lavoro di adulti, educatori e professionisti che abbiano mente e cuore centrati sulla persona umana, per agevolarne la crescita integrale e la pienezza di vita.

 

Fermino Giacometti

                                                     Presidente Istituto Grafologico Moretti