I primi passi per avviare un cambiamento positivo per noi e per l’ambiente.
A- Il primo passo da compiere sulla strada del cambiamento è senz’altro la consapevolezza; senza ammettere una mia ‘debolezza’ nessuna libera gestione e nessun cambiamento sono possibili. E’ dunque fondamentale domandarsi quale emozione ci abita ogni momento e cercare di rispondersi con onestà.
Per far questo è importante ascoltarsi e vedersi con chiarezza in ogni nostra manifestazione psico-cerebro-organica (o biologica). Per qualcuno sarà più facile che per altri, ma possiamo allenarci a riconoscere i nostri segnali emozianali dal nostro aspetto fisico, dalle espressioni, dal tono della voce, dalla scelta delle parole, dalle oramai famosissime ‘microespressioni facciali’ (più facili quelle da osservare negli altri, o in fotografia), dalla postura, dai dolori, dalle tensioni (dove si collocano, quando si manifestano….); insomma dai sintomi e, ovviamente, anche dal nostro gesto grafico (scrittura, ma anche disegno e scarabocchi).
Tutti abbiamo verificato che quando siamo ‘su’ anche il nostro scrivere o disegnare è più aereo, più gioioso; mentre se siamo ‘giù’, o tesi, questo si increspa o discende o si ingolfa o si spezzetta…
B- Approfondire questo tipo di indagine ci porta già ad un livello successivo di sintonizzazione con noi stessi, cercando la tecnica o le tecniche che agevolano sia la consapevolezza, sia l’onestà, sia il ‘contatto’ mentale, sensoriale e spirituale con noi stessi.
Oggi più che mai vi è un’offerta amplissima di modalità di incontro con noi stessi; gli sport che vivificano con il loro potere aerobico e divertono; il ballo, l’arte, la meditazione, le arti marziali più o meno dolci, il massaggio, la cromoterapia, la cristalloterapia, i Fiori di Bach, la ginnastica posturale unita alla respirazione yoga, l’antiginnastica la tecnica Alexander, la Mézières o la Feldenkrais…qualcosa che passi per il corpo e tocchi l’anima.
L’elenco è ampio e la risposta è soggettiva, ma, a mio parere, che sia energetica o dolce, non può mancare un’attività che coinvolga attivamente il corpo sensoriale e il respiro*. Non a caso il corpo e il respiro contribuiscono a determinare anche la nostra conduzione del gesto grafico.
C- Dopo aver compreso e accolto l’emozione che ci turba domandiamoci cosa possiamo fare per allenarci a ‘risuonare’ internamente in modo positivo; quali pensieri-emozioni sarà bene nutrire con la nostra attenzione per costruire un reale benessere? E ancora, come possiamo agire perché l’ambiente intorno a noi entri in risonanza con questa positività, anziché intossicarci ulteriormente e inesorabilmente?
Se finalmente crediamo che un cambiamento in meglio per noi sia oggi possibile, come posiamo alimentarlo e favorirlo concretamente nella nostra vita?
Una cosa è certa, se continuiamo ad agire come sempre, otterremo i risultati di sempre, compresi quelli che non ci soddisfano o non ci soddisfano più. Quindi la chiave è l’apertura al cambiamento attraverso la flessibilità. Occorre conoscere e andare ‘oltre’ alle passate credenze, individuare gli atteggiamenti cui siamo legati, personalmente, culturalmente, per età, genere, retaggio e cercare attivamente con coraggio nuove soluzioni e prospettive inclusive della positività per noi stessi, per l’altro, per l’ambiente che ci circonda.
Come può lo studio della grafia aiutarci in tutto ciò?
Lo vedremo nel seguito di questa riflessione, continuate a leggermi!
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