Dal mio nuovo libro su disegni, colori e scarabocchi.

Gli schizzi aiutano a comunicare i propri pensieri e a mettere ordine nel caos delle idee, a tutte le età. Contrariamente a quanto molti credono, scarabocchiare aiuta a concentrarsi, attiva l’attenzione. Non a caso si scarabocchia durante una lezione, una conferenza; un tempo si scarabocchiava mentre si era al telefono (oggi con i cellulari è molto meno agevole). Come ogni linguaggio, scritto, parlato, gestuale, anche lo scarabocchio è in grado di fornirci indicazioni sul mondo interiore dei bambini, ma anche degli adulti. Ne derivano indicazioni cui prestare attenzione, perché lo “scarabocchiare” è un’attività cui il bambino può dedicarsi prima ancora di imparare a parlare, in modo che gli adulti riescano a comprenderlo, ed è perciò uno strumento particolarmente prezioso. Di solito, agli scarabocchi viene dedicata troppo poca attenzione. Eppure, essi hanno un linguaggio e dei significati profondi, tanto per il bambino che per l’adulto.

Gli scarabocchi, già dalla prima infanzia, rivelano le tendenze innate, ma anche le modificazioni e l’influenza che l’ambiente ha sul bambino, se egli lo percepisce in modo positivo o meno; il ruolo che le gure parentali hanno nel suo mondo interiore e così via. Rimane una traccia delle gestualità tipiche del bambino quando poi scarabocchierà e scriverà da grande, privilegiando sempre le stesse forme.

Come dico spesso, non solo il grafologo, ma anche genitori e insegnanti possono imparare a ‘leggere’ gli scarabocchi dei loro bambini, purché sappiano farlo con sensibilità e in modo non giudicante.

Quando si parla di scarabocchi solitamente si pensa ai primi gesti grafici dei bambini piccoli, dai tre ai cinque anni ed è certamente corretto, tuttavia sappiamo bene che anche gli adulti scarabocchiano, anche dopo aver bene automatizzato il proprio stile grafico. Ciò che ancora s‘ignora è il valore liberatorio, talvolta terapeutico e positivo per la concentrazione di quest’attività apparentemente ‘minore’.

Personalmente incoraggio l’esecuzione quotidiana di disegni, schizzi e scarabocchi, in quanto espressioni libere e liberatorie e proprio per questo altamente rivelatrici degli stati d’animo dell’esecutore.

(pag 13-14)

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Valeria

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