Riflessioni da un vecchio episodio della famosa serie poliziesca

Molti telefilm, soprattutto polizieschi, sia del passato che attuali, citano la grafologia, particolarmente in ambito peritale. Ricordo che da ragazzina rimasi colpita da una testimonianza del perito, allora si diceva ‘grafico’, in un episodio di Perry Mason, il famoso avvocato americano.

grafologo

Mi è stato segnalato questo episodio di ‘Maigret’ che volentieri posto nel blog e commento per alcune precisazioni più prettamente grafologiche, pur provando una grande simpatia per il tipo di personaggio e per i due interpreti in questo caso in primo piano: Gino cervi e un giovane Oreste Lionello, nei panni del poliziotto della scientifica, con conoscenze ‘grafiche’, forse più che grafologiche.

Probabilmente Simenon, autore dei libri del commissario Maigret, si deve essere  documentato, almeno in parte, su alcune caratteristiche inerenti la grafia, ma certamente non in modo approfondito. Questo mi dà lo spunto per rilevare, ancora una volta, quanto in realtà ci sia ancora molto da fare per far conoscere i risvolti più profondi di questa complessa attività umana (lo scrivere) e la complessità di una sua analisi, anche in ambito peritale.

Le affermazioni che ci interessano, nel filmato, sono per lo più attorno al minuto 54-55. Già al 44 Maigret aveva notato, sul biglietto relativo al ‘caso’ che la grafia era ‘alta’ (termine per definire la grandezza del calibro) e il foglio mancava di intestazione. Si decide di mandare il reperto alla polizia scientifica per una perizia ‘a regola d’arte’.

Qui entra in scena Lionello.

Vediamo cosa afferma:

‘Il biglietto è stato scritto con la sinistra, ma non si tratta della grafia di un mancino’ e aggiunge: ‘le grafie eseguite con la sinistra sono quasi tutte uguali’.

Quando si reperta una grafia o ci si appresta a farne un’analisi grafologica è bene sapere preventivamente (oltre al genere, all’età, al tipo di studi svolti dallo scrivente) anche se questi è mancino o destrimane (vedi ebook e post ‘Grafologia, gli strumenti del mestiere’).

Non è infatti prudente lanciarsi in ipotesi circa la mano utilizzata perché vi sono ampie possibilità di errore. E’ vero che chi scrive da sinistra a destra (cioè secondo l’andamento della maggior parte delle grafie occidentali) con la mano sinistra è di fatto costretto ad andare ‘controcorrente’ e i segni di tale percorso  verosimilmente registreranno tensione, rovesciamento degli assi e rallentamento, ma non tutte le grafie che presentano Rovesciata, Lenta o altri segni del genere sono vergate da mancini e, viceversa, possono esistere mancini particolarmente fluidi nel procedere per cui i segni del ‘mancinismo’ non sono facilmente riscontrabili.

Per cui l’affermazione di Lionello-Meurse (il poliziotto della scientifica dell’episodio), pur essendo suggestive, non sono corrette. Forse, per essere più attendibile, avrebbe potuto essere un po’ più possibilista, giusto per mettere Maigret sull’avviso: forse chi ha scritto il biglietto ha usato la mano sinistra. Non è escluso infatti che si utilizzi ‘l’altra mano’ per tentare di dissimulare la propria grafia.

In quanto al fatto che le grafie con la mano sinistra siano ‘quasi tutte uguali’ è chiaro che si tratti di una generalizzazione che, probabilmente, più che a grafie di mancini autentici, si riferisce appunto a quelle dei mancini per simulazione.

‘Uomo o donna che sia, è dotato di cultura notevole, non mediocre, fuori dal normale….’, anche se più avanti il poliziotto propenderà per una grafia ‘maschile’, sulle prime ha prudentemente lasciato la questione aperta e così resterà nella mente di Maigret che, riepilogando, manterrà quel: ‘uomo o donna’….

Sull’intelligenza notevole e il fatto che si ‘veda’ dallo scritto la possibilità di ‘parlare e scrivere molte lingue’, ci troviamo di fronte ad una affermazione ad effetto, anche se  – va detto – vi sono indici di una tale fluidità e competenza grafica, diciamo abitudine allo scrivere di chi ha cultura e/o intelligenza superiore (nei tre post sull’intelligenza abbiamo visto come questa si accompagni più con calibro medio o medio-piccolo che ‘alto’).

Interessanti le osservazioni più propriamente grafologiche circa la personalità che presenta una ‘mescolanza discontinua di volontà e debolezza, fermezza ed emotività’, di cui non si rende pienamente conto, ma che può benissimo verificarsi in uno scritto.

In quanto al ‘carattere dichiaratamente maschile, in cui si rintracciano segni di un carattere femminile’, è chiaro che ci si riferisca a categorie della cultura corrente più che grafologiche, dando per scontato che pressione forte, Mantiene il rigo, forse Angolosa, siano segni di volontà e fermezza ‘maschili’ e quelli di morbidezza, accoglienza, delicatezza e cessione, siano femminili.

Insomma Simenon ha cucito insieme – con la grazia e l’abilità che gli hanno fruttato una gloria quasi eterna- qualche elemento di grafologia, di psicologia e anche di antropologia….

Dulcis in fundo abbiamo, sempre da parte del poliziotto-perito, la sentenza: ‘la persona che ha scritto il biglietto è affetta da grave malattia’, senza fornire ulteriori spiegazioni (come sarebbe possibile da una attenta analisi di grafologia somatica); si tratta di una malattia a carico del fegato, della circolazione, dell’apparato respiratorio…..?

Detto questo, ad uso dei miei attenti lettori, Maigret ci piace, nonostante qualche imprecisione da parte del suo ‘creatore’ e in questo episodio che mette in evidenza anche la sua umana fallibilità, ancora di più.

Segnalatemi altri episodi e li commenterò volentieri.

Alla prossima,

 

Valeria