La sindrome di Munchausen è un disturbo psicologico che spinge l’individuo a curarsi per una malattia acuta e spesso grave che in realtà non esiste, ma è stata deliberatamente indotta dallo stesso paziente per ottenere cure mediche e soprattutto attenzione.

Talvolta la Sindrome di Münchhausen si manifesta come il bisogno di attenzione della persona che cura un altro ‘malato’, spesso un figlio, ed è detta ‘per procura’ (Münchhausen Syndrome by Proxy – MSP); si tratta del caso non raro del genitore (più frequentemente la madre) che induce la sofferenza al proprio figlio piccolo per attirare compassione su di sé.

Quest’ultima è detta anche Sindrome di Polle, dal nome del figlio del barone di Munchhausen morto, pare, in circostanze misteriose.

Il termine “Sindrome di Munchhausen” fu coniato dal medico americano Richard Asher nel 1951, in un articolo pubblicato sulla prestigiosa rivista medica The Lancet, riferendosi al personaggio del barone tedesco Karl Friedrich Hieronymus von Munchhausen (1720-1797), noto per la sua fervida immaginazione e le molte storie rocambolesche che era solito raccontare.

Le malattie indotte in questi casi sono di solito gravi ma non mortali; lo scopo è quello di attirare l’attenzione su di sé, spesso anche quella mediatica, suscitando la compassione altrui.

“Costretta a fingersi disabile per anni, uccide la madre e lo annuncia su Facebook”

Non solo la madre, ma anche il padre può soffrire della sindrome; una babysitter, un’infermiera, una badante che fa ammalare le persone anziane o disabili per poi intervenire prontamente per mettersi in mostra ‘salvando’ la povera vittima, per ottenere riconoscimenti e gratitudine.

Casi di cronaca in tutto il mondo mostrano che purtroppo non è facile riconoscere chi è affetto da questa sindrome visto che il comportamento esteriore della persona appare ineccepibile, competente e generoso.

L’unico elemento che induce il sospetto di tale patologia sono i numerosi ricoveri dell’inconsapevole ‘paziente’ per condizioni cliniche spesso inspiegabili. Anche se lo scopo principale della malattia indotta è attirare l’attenzione di chi dovrebbe assistere su di sé, non di rado questa finisce col causare la morte dell’assistito.

La sindrome di Munchausen è chiaramente un grave disturbo della personalità di tipo antisociale, ne sono affetti maniaci del controllo quindi soggetti molto organizzati, capaci di creare intorno a sé una falsa realtà, che si basa sul pensiero distorto e la menzogna manipolativa.

segni grafologici che possono emergere dalla scrittura di tali persone si ricollegano a tendenze egoistiche ed egocentriche e un forte narcisismo menzognero (eccessivo Curva, Calibro grande o molto grande, Oscura e gesti captativi dell’attenzione, cioè Ganci e Ricci). Fra i Ricci si segnalano quelli di Vanità, Nascondimento, Soggettivismo e spesso di Spavalderia. Questi soggetti provano un gusto particolare a farsi beffe dei sanitari e dell’autorità in generale e si sentono sicuri di sé con una certa supponenza.

Può essere presente anche il Riccio della Confusione, che attesta una certa confusione mentale; una predisposizione al ricatto morale, che si verifica quando qualcosa non va per il verso giusto e sfugge al controllo ossessivo. La confusione mentale crea inoltre confusione nella gestione degli spazi, invadendo quelli destinati ad altre lettere o righe, così come la persona sconfina nel territorio altrui…

I Ricci della Confusione si verificano quando i prolungamenti inferiori delle lettere come la “f” la “g”  e la “p” , la “q” tendono a gonfiarsi e ad intrecciarsi con le aste superiori o l’intero scritto della riga seguente, con la quale, appunto, si confondono.

 

 

 

 

 

 

 

La scrittura sarà Pendente, cioè con una evidente inclinazione degli assi letterali verso destra, indice di bisogno affettivo, ma di tipo dipendente e della possibilità di indulgere in atteggiamenti lamentosi. Una grafia più Dritta conferirebbe maggiore rigore morale, mentre queste grafie spesso sembrano quasi adagiarsi sul rigo-base.

Lo scritto potrebbe anche essere tenacemente ancorato al margine sinistro del foglio, indice di bisogno della figura materna e del desiderio di tornare ad una fase infantile-regressiva della propria vita, in cui qualcosa non ha raggiunto l’opportuna maturazione. Per la stessa ragione alcune aste o andamenti letterali potrebbero presentare deformità rivolte a sinistra, segni che riportano al desiderio del passato e, allo stesso tempo, allontanano dalla relazione empatica con l’altro (che è rappresentato dalla lettera successiva e dal vettore di destra).