Il materiale MINIMO per poter eseguire un’analisi grafologica.

 

Occorre un campione spontaneo di almeno quindici-venti righe, vergato su un foglio bianco, tipo un A4 da fotocopie, redatto in forma di missiva; data, intestazione e deve avere la firma per esteso. Meglio che sia  scritto confortevolmente, seduti, non in piedi o appoggiati come capita, usando una penna biro e appoggiandosi su una rivista per rilevare meglio la pressione naturale della mano.

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Il contenuto dello scritto non è importante, si può parlare di ciò che si è visto, di un pensiero o di quello che abbiamo mangiato ieri, purché la mano scorra libera e l’occhio non sia impegnato a copiare, ma segua ciò avviene sul foglio. La lunghezza non dovrebbe essere inferiore alle 15-20 righe di scritto in corsivo. Inoltre occorre fornire alcuni dati che, spesso diversamente da quanto comunemente si crede, non sono rilevabili con certezza dal campione, ossia l’età (la scrittura rivela quella psichica, non l’anagrafica o quella fisiologica, che non sempre coincidono), il genere (M-F), il tipo di studi fatti e se si usa abitualmente la mano destra o la sinistra (mancinismo).

Ho elaborato una sorta di griglia per questo, che invio o compilo a parte, in cui riportare i dati personali. Successivamente, potrei raccogliere anche disegni, scarabocchi, scritti già esistenti.

Occorre anche fornire una liberatoria firmata per l’utilizzo dei dati personali, ai sensi del D. Legge 196/2003.

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Il grafologo non è un indovino!!!

 

Il tracciato rivela molto, nella sua qualità, nelle forme e nella dinamica del gesto, ma non può ‘divinare’ per cui sarebbe superfluo chiedere al grafologo se riusciremo in un intento, se il partner ci tradisce o altre amenità, dice piuttosto se siamo socievoli o meno, estroversi, taciturni o loquaci, abili o impacciati, precisi o un po’ superficiali, precisi o confusionari, pratici o astratti, intuitivi o ragionativi, originali o un po’ ripetitivi, insomma, parla di noi come esseri con le nostre diverse sfaccettature, tendenze e pulsioni o anche le nostre ‘predisposizioni’ sia affettive che intellettive e, ovviamente, dice come interagiamo col prossimo, se siamo accomodanti o puntigliosi, teneri, polemici, sussiegosi, espansivi o sempre sulle difensive. La scrittura manuale è un comportamento e come tale va vissuto e ‘studiato’ ed è rivelatore della natura dello scrivente, né più né meno di altri comportamenti.

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