Il simbolismo dinamico e modello espressivo in Rudolf Pophal (III/IV)

 

La stessa ampiezza delle nostre lettere (calibro) sarà più o meno grande, quindi occuperà un maggiore o minore spazio e. Per essere proporzionata, una grafia più grande avrà degli spazi interletterali maggiori rispetto ad una grafia piccola (vedi Glossario per Calibro) e una grafia lanciata e inclinata necessiterà di un maggiore spazio fra parole (tempo di riflessione) per bilanciare il possibile eccesso del suo impeto.

Questo per dire che anche l’ingombro di una grafia segue il simbolismo dello spazio grafico, almeno seguendo la definizione che ne ha dato lo psicologo svizzero Marx Pulver intorno al 1949 (vedi post II), dando alla grafia il valore di test proiettivo dell’Io.

Un altro studioso importante, il neurologo e grafologo testesco Rudolph Pophal (1893 – 1966), circa venti anni più tardi, ha affrontato la simbologia dei vettori destra-sinistra; in parte prendendo spunto dall’opera di Ludwig Klages (vedi post I), in parte andando oltre il  lavoro di Pulver, dando allo studio del simbolismo una valutazione maggiormente differenziata e alla grafia un valore ‘aggiunto’ come test espressivo, più che proiettivo. Secondo questa impostazione la progressione grafica sinistra-destra, ne ho già accennato altrove, rappresenta il movimento dell’Io (colui che scrive, ogni singola lettera) verso il Tu, la lettera successiva. La simbologia, in questo caso, risiede  nel tipo e modalità di ‘avanzamento’ che ne deriva.

a) il simbolismo generale del contenuto destra-sinistra di tipo statico (secondo il modello di Pulver, visto nei precedenti post);

b) il simbolismo della dinamica direzionale all’interno della pagina;

c) il simbolismo di aspetti cinetico-espressivi (che vedremo in un prossimo post).

Il polo sinistro in occidente è simbolicamente percepito come femminile, materno, passivo, passato, le origini. Il polo destro riflette il principio paterno, maschile, protettivo, attivo, morale, rivolto al futuro.  Questa visione è stata spiegata da Charles Darwin (1809 –1882) come derivata dal processo di specifica ‘preferenza’, nell’ambito della selezione naturale.

Lo zoologo ed etologo inglese Desmon Morris (nato nel 1928), grande osservatore del comportamento umano, ha rilevato come oltre l’83% delle madri destrimani e il 78% delle madri mancine tengono di  preferenza il proprio neonato con il braccio sinistro, cioè indipendentemente dalla dominanza laterale personale. Morris ha anche dimostrato gli effetti calmanti del suono del battito cardiaco materno e la preferenza da parte dei piccoli per riposare sul lato sinistro del torace materno. (La scimmia nuda, 1986).

Pare che questa simbologia b), cioè ‘dinamica’ , si applichi anche alle grafie semitiche, che si scrivono da destra verso sinistra. Si tratta del vero e proprio contributo di Pophal che, sempre nel 1986, rese pubblici i suoi studi circa il movimento, non solo dello scritto, ma di ogni produzione grafica attraverso la pagina, con una evoluzione marcata che va dal lato sinistro a quello destro.

Del resto già più di dieci anni prima gli studi neuro-psicologici di Rudolf Arnhaim avevano dimostrato come la percezione umana del vettore orizzontale fosse ‘asimmetrica’. L’occhio umano, infatti, tende a valutare le immagini da sinistra a destra; l’occhio sinistro è superiore a quello destro nel percepire gli stimoli visivi; i movimenti spontanei della testa sono più rapidi se eseguiti da sinistra a destra che in senso inverso e questo, sorprendentemente per noi ‘occidentali’, anche per chi scrive abitualmente da destra a sinistra (in arabo, ebraico……), che hanno tuttavia alcune difficoltà ‘muscolari’, un po’ come quelle dei nostri mancini, poiché procedono ‘controcorrente’ rispetto al senso di marcia.

Il lato sinistro, secondo questi studi, è quello dell’efficacia, mentre il destro è quello del ‘peso’, dell’appoggio visivo.

La nostra attenzione visiva scivolerebbe quindi naturalmente da sinistra a destra; tesi questa sostenuta anche dallo storico dell’arte svizzero Heinrich Wolfflin (1864- 1945), che fa il seguente suggestivo esempio circa le composizioni artistiche e il nostro modo di ‘osservarle’ e di ‘vederle’:

 

 

 

 

 

Evidenziando come le immagini cambino di ‘significato’ se le si guarda riprodotte specularmente, cioè ‘ribaltate’. In questa seconda immagine (sotto) Adamo sembra tirare giù Dio.

La conclusione è che le due immagini, se osservate specularmente, NON sono equivalenti.

Ciò significa che grafologicamente non possiamo considerare l’arabo o l’ebraico (per esempio) come semplicemente ‘speculari’, in fatto di simbolismo spaziale, alle lingue occidentali che si tracciano da sinistra a destra.

Dedicherò un successivo post a questi specifici aspetti.

Continuate a seguirmi,

Valeria