Annachiara Cristofanelli
Pacifico Cristofanelli
Manuale di Perizie grafiche su base grafologica
Capponi editore, 2022
Recensione uscita sulla Rivista “Scrittura” n. 188
Valeria Zacconi
E’ con immenso piacere che leggo e propongo ai colleghi questo bel lavoro di Pacifico e Annachiara Cristofanelli, entrambi grafologi ed entrambi conoscitori ed esperti del settore peritale. Si tratta della versione aggiornata, arricchita e per certi aspetti snellita del loro precedente ‘Grafologicamente – Manuale di perizie grafiche’ del 2004 (Ce.Di.S).
Una nuova, arricchita edizione
Accompagnato dal illustrazioni nuove e nuovi schemi (ad esempio pp.164-165174,176…), ecco un corposo testo dal quale il grafologo peritale può attingere a tutte le informazioni utili allo svolgimento di una buona indagine, analisi e redazione del parere finale, senza stravaganze o ambiguità.
Il lavoro è stato snellito, rispetto alla precedente edizione, della parte dedicata alla storia della perizia e di alcuni casi antichi. Nel primo capitolo rimangono informazioni sui grandi periti del passato e sulle loro intuizioni o metodi (l’elenco è nutrito), da cui emergono i diversi criteri di identificazione peritale, anche se quello di adozione degli autori e qui proposto senza pregiudizi rimane quello su base grafologica morettiano (secondo capitolo). Nello stesso capitolo vengono illustrati i contributi dei continuatori o riorganizzatori dell’opera del Maestro in campo peritale, quali Torbidoni, Vettorazzo e Palaferri per la sistematizzazione del metodo e dei ‘segni’, quest’ultima concretizzata nel suo fondamentale Dizionario grafologico morettiano.
Perizie su base grafologica e metodo calligrafico vs statistica
Il cuore della nuova edizione dell’opera è soprattutto l’aver sottolineato la peculiarità e l’indispensabilità del metodo grafologico in perizia, pur senza trascurare altri contributi compresi quelli del metodo calligrafico che viene spesso liquidato in poche parole. Sebbene gli autori siano convinti che sia la base grafologica quella che deve sostenere e guidare in maniera privilegiata l’attività peritale, Pacifico e Annachiara Cristofanelli sono forse gli unici ad aver messo in evidenza, e sono d’accordo con loro per esperienza professionale personale, che anche il metodo calligrafico abbia un’anima. Ed è appunto l’anima che manca a certe proposte di protocollari attuali che pretendono di risolvere questioni umane, spesso soggette a molteplici variabili, con calcoli statistici!
Tipologie di falsificazioni
Nel terzo capitolo vengono bene illustrate le varie tipologie di falsificazione e nel sesto capitolo affrontate le varie criticità del quesito peritale, quando si prospetta la possibilità dell’intervento di una seconda mano, oppure quello dell’individuazione della diminuita capacità di intendere e di volere
Disparità di riconoscimento da parte dei diversi Tribunali, un fatto.
In questa edizione non è stata riproposta la bella prefazione di Glauco Ceccarelli della precedente, che sollevava già diciotto anni fa alcuni quesiti tutt’ora irrisolti legati alla figura del grafologo, alle differenze e sovrapposizioni possibili di competenze con lo psicologo, all’irrisolta questione delle grandi disparità di riconoscimento professionale presso i tribunali (ciascuno ha le sue regole) e un generale clima di sfiducia, o non sufficiente e chiaro accredito della figura del grafologo, cui si riagganciano gli autori nell’introduzione di questo testo, nel quale lamentano uno stato della professione indefinito e alquanto problematico in considerazione anche del fatto che sul territorio sono presenti “scuole” private o semplicemente privati che organizzano corsi e rilasciano attestati che alcuni utilizzano anche a fini professionali (pag.15).
Lessico grafologico-peritale
L’opera dunque non solo informa ; nel capitolo dedicato al quadro normativo è stato aggiunto un massimario ordinato per argomenti, così come è aggiunto un utile lessico grafologico-peritale (ottavo capitolo), ma anche forma e ispira il grafologo peritale con la serietà e precisione documentale. Il linguaggio è sereno, solido ed equilibrato al quale gli autori ci hanno già abituati nel testo precedente. Questo nuovo ‘taglio’, se così si può dire, partecipa e aggiorna il dibattito in materia di peritale sulle pagine della rivista Scrittura che a questi scambi di pareri e contributi da sempre (ed è una peculiarità di questa pubblicazione) un generoso spazio.
Chiare procedure, spunti e chiarimenti utili al perito grafologo
Per lo studioso, in particolar modo per chi ama coltivare nei suoi vari aspetti l’insegnamento morettiano, quest’opera è di assoluto pregio e utilità; per il perito e il consulente tecnico precisa bene le procedure, offre spunti e chiarimenti per un corretto linguaggio peritale (capitolo quinto), informazioni, criteri, protocolli e linee guida, spunti e stimoli in vista dell’acquisizione di una forma mentis grafologica e di una mentalità operativa peritale, come gli stessi autori esplicitano nell’introduzione, schemi chiari ed esempi accurati di casi concreti, sempre svolti su base grafologica che deve sottendere e guidare in maniera privilegiata l’attività peritale (capitolo quarto).
Il lavoro è frutto sia di studio che di pratica professionale degli autori nel campo peritale, ma anche dell’esperienza maturata da entrambi nell’insegnamento della materia (Scuole di grafologia dell’Università di Urbino e dell’Università LUMSA di Roma), per cui è palpabile l’attenzione alla cura e formazione (o aggiornamento) del fruitore-lettore.
Ampia bibliografia
Il testo offre inoltre un nutrito aggiornamento della già ampia bibliografia, che occupa più di trenta pagine, documenta citazioni e riferimenti permettendo un ricorso diretto alle fonti e stimolando ulteriore ricerca e approfondimenti (pag.17).
Le fasi dell’attività peritale in un’utilt tavola sinottica
Nell’ottavo capitolo sono raccolte, in un’utile tavola sinottica, anche le disposizioni legislative e alcuni pronunciamenti della magistratura, relativi alle principali fasi dell’attività peritale.
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