Chi ha paura delle linee-guida? Torniamo ad insegnare come si scrive in corsivo.
I bambini e i ragazzi conducono sempre peggio la manoscrittura, è un fatto; gli insegnanti talvolta, pensando di far bene e di evitare loro inutili stress collegati all’impegno di scrivere, spesso prendono la scorciatoia di insegnare loro a scrivere in stampatello, talvolta contemporaneamente in stampatello maiuscolo, minuscolo e corsivo (!) per poi accettare che i ragazzi scrivano principalmente al computer, anche per la scuola (I).
Le differenze pratiche di esecuzione di stampatello/i e corsivo sono intuitive: abbiamo modalità esecutive estremamente geometriche e schematiche (maiuscole stampatello); tratti piuttosto disgiunti che però dovranno ‘accostarsi’ in modo poco definito (corsivo minuscolo o script, nato per la composizione tipografica e non per la scrittura a mano) e il corsivo che si traccia con movimenti sia dal basso verso l’alto che dall’alto verso il basso, da sinistra a destra, costituito da elementi successivi (tipo gambino di avviamento, corpo tondo e gambino finale…..) per tracciare le lettere che in un secondo momento verranno legate fra loro, inizialmente con gesti ben codificati di ghirlanda o arco (Glossario).
Si tratta di troppe e troppo diverse forme da memorizzare che possono alla fine generare una inutile confusione nei ragazzi, altro che sollievo.
Per non parlare dei ragazzi provenienti dal ‘altri’ alfabeti (di cui tratterò in seguito).
Personalmente mi sento di incoraggiare l’introduzione di un’unica forma di scrittura (il corsivo) con le sue maiuscole e minuscole, modalità esecutive, legamenti che per tutta la durata della scuola primaria dovranno attenersi al ‘modello calligrafico’. C’è tempo per la creatività e la personalizzazione.
Sono stupita dal fatto che alcuni insegnanti (e forse qualche genitore) incoraggino le soluzioni ‘da grande’ nella grafia dei bambini; legamenti a spirale, magari sinistrogiri, ghirlande quando sono previsti archi, miscuglio stilistico di corsivo e ‘script’ o stampatello maiuscolo, vissuti forse come precoci segni di crescita o ‘evoluzione’.
Del resto ho notato che gli insegnanti stessi oggi scrivono in stampatello o script, perché così hanno imparato e così si percepiscono essere più ‘chiari’ ed efficaci.
Ho ancora negli occhi le scritture ‘da manuale’ delle mie maestre del giurassico e di quelle (francesi) dei miei figli. Sembra che in Italia un terremoto si sia abbattuto anche su tutto quanto riguarda l’apprendimento della condotta del gesto scrittorio.
Per il timore di essere ‘impositivi’ (probabilmente) si è abbandonata ogni ragionevole ‘linea guida’ nella costruzione dell’abilità grafico-scritturia nei bambini e nei ragazzi.
Parallelamente al lavoro paziente di trasmissione della modalità scrittoria a scuola, andrebbe incoraggiato il ripristino dei temi a casa e in classe e del dettato a mano, accompagnato da movimenti ‘liberatori’ di gruppo, eventualmente coordinati con gli insegnanti di educazione fisica, per sciogliere mano, braccio e spalle dalle tensioni.
Molto importanti sono i “gesti scivolati”, movimenti per lo più ‘aerei’, che procedono dall’alto in basso e in senso antiorario, ottimi per agevolare la pre-scrittura prima e la scrittura poi, sia nei destrimani che nei mancini. Io li faccio eseguire anche agli insegnanti e ai genitori (se vi si prestano volentieri). Ottimi anche piccoli esercizi di respirazione e/o vocalizzi corali che possono aiutare, sia fisicamente che ‘spiritualmente’ alla sintonizzazione con quanto si andrà concretamente ad eseguire.
‘Anticamente’ il canto dell’inno nazionale o la recitazione di una preghiera in gruppo, prima dell’inizio delle lezioni, costituivano un ottima preparazione anche alla scrittura.
A casa e a scuola si può agevolare lo sviluppo della motricità grafica mettendo a disposizione dei bambini materiali come fogli di carta, matite e colori, per invogliare all’attività grafica spontanea che inizia a formarsi già con i primi “scarabocchi”.
E’ in questo periodo che si definisce la preferenza manuale o ‘lateralità’ (uso della destra o della sinistra) che non va forzata, mentre una maggiore attenzione andrebbe data alla postura e, soprattutto, al modo di impugnare lo strumento scrittorio: troppi bambini impugnano la matita e la penna in modo disfunzionale, compromettendo la fluidità della scrittura (e le loro schiene!).
Purtroppo i genitori sempre più lontani a causa degli impegni di lavoro; la convivenza e il contatto dei genitori con i figli (e talvolta con la scuola) è diminuito moltissimo e l’educazione familiare è caratterizzata da una crescente mancanza di limiti. Casa e Scuola comunicano poco e male, le formalità burocratiche sembrano essere più importanti dei ragazzi i cui reali interessi spesso sfumano in dissolvenza……
Nel prossimo post parlerò delle diverse modalità di tenere lo strumento scrittorio.
Continuate a leggermi!
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