Laura M., insegnante, mi chiede: riguardo la grafia dei miei allievi 11-14enni ho in effetti una curiosità. Mi piacerebbe avere l’interpretazione di una cosa molto comune… le “a” mancate, scritte come delle “o”, e le “m” e le “n” che si confondono.
Rispondo come meglio posso alla domanda e cercherò degli esempi per illustrarla perché Laura non mi ha inviato campioni di scrittura, metto io alcune immagini per rendere visivamente l’idea:
Sopra, grafia di un giovane di 17 anni (di più di vent’anni fa) in cui le ‘a’ sono spesso eseguite come ‘o’ in contesto fragile e di grande irrequietezza, con scarsa energia e debole capacità di concentrazione.
Anche se il fenomeno è ‘molto comune’, non tutti i ragazzi omettono o confondono così le lettere, quindi chi lo fa ha una struttura mentale e dei riferimenti educativi diversi da chi invece a quell’età esegue diligentemente il profilo di tutte le lettere. Quindi sicuramente questi ultimi si collocano nella grande categoria dei ‘chiari’, dei ligi, degli ubbidienti e dei diligenti, nelle varie sfumature (fino alla noia, alla ripetitività, alla ‘fissità’ di un contesto Uguale o Pedante), a seconda del contesto dei segni compresenti.
I ragazzi cui fa riferimento Laura sono sicuramente meno ‘convenzionali’ e tale originalità può andare sia nel senso della creatività, della rapidità di idee e della forte personalizzazione creativa della grafia, che si stacca molto dal ‘modello calligrafico’ appreso a scuola (sic!) – speriamo durante tutto il periodo delle elementari, vedi i vari post sull’argomento come: ‘Aiutiamo i bambini a scrivere meglio’…..Oppure esprimono una qualche forma di disadattamento o mancanza di energia o ribellione e questo dipenderà dal contesto grafico generale ( lo stesso, con le debite proporzioni, varrà per le grafie degli adulti).
Mi spiego meglio: confondere le lettere simili come la a o la o minuscola, oppure la m e la n di per sé non dice molto se non una poca cura dei dettagli, una certa rapidità di esecuzione e privilegio dell’immediatezza ai danni dell’accuratezza comunicativa. In certi contesti questo fatto nulla toglie alla spontaneità e ricchezza di apporto sia intellettivo che affettivo, anzi vi aggiunge calore e passione. In altri invece si accompagna con incertezza (espressa dall’inclinazione Titubante, Tentennante, Stentata o Contorta, Rovesciata…..per esempio) o da rabbia (con forti Angoli, Intozzature di primo e secondo modo, vedi Glossario, e altri segni di scarica emotiva), impetuosità impulsiva, oppure sciatteria.
Sarà sempre importante ‘contestualizzare’ bene i vari segni emergenti. Visto che Laura parla di un fenomeno che a lei pare diffuso fra i suoi allievi di scuola media, posso solo aggiungere una riflessione generale e cioè che la mancanza di cura e di guida ormai diffusa nella nostra scuola ‘dell’obbligo’ ha fatto venir meno la coscienza e l’assunzione dei confini-base dello scrivere correttamente, per cui – ancora giovanissimi e non completamente maturi – i ragazzi sono lasciati liberi di esprimersi al di là se non al di fuori dei giusti modi e dei giusti tempi esecutivi. Per cui è sicuramente facile che le a vengano tirate via senza gambino finale e le m siano ‘mutilate’ in n o queste ultime eseguite come le prime!
Sopra: grafia di un ragazzo più grande dei 14 anni indicati da Laura, qui sono le n ad essere eseguite come delle m, quindi non per fretta, ma al contrario per soffocamento della spontaneità e del resto incapacità di vero e proprio metodo e tenuta, molto portato dall’emotività.
Spero di aver compreso la domanda e risposto esaurientemente.
Valeria
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