La grafia è già specchio della nostra essenza, del nostro sistema di valori e di credenze e anche delle nostre fiduce-sfiduce, si modifica col nostro ‘mutare’: è una possibile mappa di lettura.

 

Il coaching grafologico

Non c’è bisogno di fare troppe domande, di scavare troppo a fondo in dolorosi ricordi, di parlare troppo a lungo; il materiale è già sotto i nostri occhi e lo si può guardare insieme, senza essere troppo invadenti. Certo, fra persona e grafologo si stabilisce, almeno per il tempo che durano gli incontri, una certa intimità, ma l’atmosfera e accogliente, non giudicante, calorosa.

La relazione del coaching va e si rivolge, prima di tutto, al cuore. A quel cuore dubbioso, incerto, a un bivio, che sente premere la necessità di un cambiamento, o di una scelta e non sa bene come organizzare il percorso perché quella strada non è mai stata battuta o la fiducia nei propri mezzi non la sostiene, non più, o forse non ora.

Si può aprire, grazzie allo studio grafologico, una vera e propria mappa della nostra interiorità e trovarvi dentro tutte le nostre più autentiche risposte, anche quelle per le nuove domande, talvolta non ancora coscientemente espresse.

Non si finisce mai di conoscersi e per ‘leggere’ la nostra grafia è utile l’aiuto di chi in questo particolare mondo simbolico si sappia già muovere. Di uno sherpa, una guida.

 

 

Ci viene detto spesso: ‘Amati!’, ‘Accettati!’……’Vai!’; ma come e dove andiamo se non conosciamo noi stessi, i nostri reali punti di forza o di debolezza?

Come possiamo cavalcare l’onda lunga delle nostre qualità positive, fino al successo, all’incontro, alla realizzazione che ci sta più a cuore e vigilare o neutralizzare le ‘ombre’ che invece ci boicottano? Come far diventare queste ultime un nostro alleato?

Il coaching grafologico ci apre a noi stessi e ci mostre delle strade realmente nostre per operare i cambiamenti che desideriamo  fermandosi ad un livello, diciamo così, di autogestione. Per questo ho preso a prestito il termine ‘coaching’, ovviamente non propongo una terapia e non intendo affronta i disagi maggiori dell’uomo, questo aspetto della grafologia può offrirsi come strumento di cooperazione con altri professionisti dell’aiuto.

Il grafologo può affiancare efficacemente il medico, lo spicologo, qualunque terapeura desideri far leva sul potente mezzo personale e rivelatore che la grafia di ognuno di noi di fatto rappresenta, per verificare o confermare i progressi svolti, per registrare le variazioni di umore e i segnali relativi allo stress…..Scrivere è un atto complesso, non verbale, decisamente psicosomatico, per cui ogni nostra variazione sia fisica che psichica viene registrata nel nostro modo di condurre la penna, scrivere o disegnare.

Quello che propongo non è una ordinaria analisi grafologica, ma un’esperienza insieme, volta a promuovere il cambiamento che cerchiamo (nella vita di relazione, negli studi, nel lavoro, nello sport) utilizzando in modo assennato e consapevole quello che già c’è: la nostra grafia!

 

Come si svolge il Life Coaching grafologico?

Alla base c’è lo studio della grafia, rilasciata dalla persona interessata e che io misuro in tutti i suoi componenti, poi ci sono da uno a circa tre incontri o ‘sessioni’ (anche via Skype) a cadenza piuttosto ravvicinata in cui i quesiti specifici dell’interessato trovano risposte concrete attraverso gli elementi temperamentali e attitudinali emersi dagli elementi costitutivi il gesto grafico (non quindi dal contenuto, che rimane, ovviamente riservato).

E’ anche possibile, ogni sei mesi, un anno o due, incontrarsi, di persona o via Skype,  per fare il punto. La grafia cambia col nostro ‘mutare’, ricordate? Possiamo sempre monitorare ciò che ci accade usandola come ‘mappa’.

A questo punto mi aspetto davvero molte domande, non esitate!

A presto, Valeria