Il Test della persona nella pioggia

Un po’ di storia

Lo psicologo H.M. Fay ha ideato nel 1924 un altro test proiettivo, chiamandolo “A lady walking in the rain” (La signora che cammina sotto la pioggia), per valutare la maturità psicologica dei bambini tra i 6 e i 10 anni, lo usava più che altro come prova di intelligenza Da allora il test è stato ripreso da altri studiosi e oggi viene somministrato a adulti e bambini. Si è chiamato Test della persona sotto la pioggia, che è quello col quale io mi trovo più a mio agio, perché condiziona meno il disegnatore nella scelta del soggetto da disegnare, oppure Test del bambino sotto la pioggia, secondo la definizione e gli studi di dello psicologo e docente Guido Crocetti che ha ripreso il test nel 1986, dedicandolo in particolare al lavoro clinico coi bambini, valorizzandone la funzione simbolica all’interno di una relazione e del “dialogo terapeutico”, perché solo l’autore del disegno può guidare a una interpretazione accurata del disegno. (1)

Immagine di sé e difese messe in atto

Questo test permette di mettere in evidenzia non solo l’immagine che il disegnatore ha di sé, ma anche la situazione ambientale in cui egli si vive e quali e quante difese pone in atto al momento per contrastare l’eventuale stress (la pioggia).

La somministrazione del Test della persona nella la pioggia è semplice, si chiede al bambino o all’adulto di disegnare una persona nella pioggia, senza fornire altre indicazioni e, per quanto il prodotto sembri risultare scarno, in realtà i risultati possono essere molto diversi tra loro e persino sorprendenti.

Alcuni elementi-chiave

Le principali difese abituali nei confronti della pioggia sono l’ombrello e l’impermeabile, tuttavia vi sono alcune variazioni possibili nell’esecuzione del disegno da tenere in conto:

  • prima di tutto l’orientamento del disegno e quanta, oltre che quale, parte del foglio occupa;
  • osservare se la persona è di dimensioni proporzionate, o troppo piccola o troppo grande, rispetto agli altri elementi del disegno;
  • ombrello troppo piccolo, insufficiente a coprire: ci si sente costretti in un ambiente stressante (soprattutto se la pioggia è particolarmente abbondante rispetto al riparo), le modalità difensive non sono adeguate allo stress;
  • ombrello grande aperto: si sente la necessità di mettere in atto difese eccezionali, le quali richiedono un gran dispendio di energia, talvolta esagerata rispetto al problema;
  • c’è la pioggia, ma nessun riparo: le modalità difensive non sono adeguate a proteggere dall’ambiente stressante;
  • c’è l’ombrello, ma è chiuso o abbandonato in disparte: vi è sicurezza di sé, serenità dovuta anche alla percezione del fatto che, in presenza di uno stress, si può sempre attingere a difese sufficienti per proteggersi;
  • la persona ha “dimenticato” l’ombrello: senso di vulnerabilità, insicurezza, le difese di fronte a un eventuale stress sono inadeguate;
  • ombrello rotto sotto la pioggia: si “rompono” le difese, quindi il soggetto si trova improvvisamente indifeso, non protetto, in una situazione di stress. Il professionista indagherà, attraverso il colloquio, se ciò produce nel disegnatore rabbia impotente, panico, o qualche forma di “fuga”.
  • pioggia tracciata a righe fitte e leggere: lo stress ambientale non è forte, e il disegnatore sa di poter farvi fronte in modo adeguato;
  • pioggia tracciata con righe calcate, dritte, scure, “rabbiose”:
  • assenza di pioggia: nega il proprio stress, la negazione è la difesa per poter sopravvivere;
  • l’ombrello copre totalmente la persona, che non si vede: isolamento e fuga dietro le proprie difese, si isola facilmente e sta sulla difensiva;
  • l’ombrello è trasparente, si vede la persona attraverso: isolamento e fuga, ma con la possibilità di vedere e riconoscere le proprie difficoltà nell’ambiente stressante;
  • la persona è disegnata frontale, riesce a guardare ‘in faccia’ ed affrontare le difficoltà;
  • persona di spalle, si preferisce passare inosservati (forse anche a sé stessi);
  • la persona ferma significa che si tende a proteggersi dal mondo circostante e che vi sono problemi di adattamento;
  • persona in movimento, significa che si sa (o si pensa di sapere) dove si sta andando nella tua vita;
  • la persona si bagna intenzionalmente:
  • Chiedersi: la persona è calma, felice, sorridente, mostra coraggio o sembra triste e prova paura?
  • aggiunta di figure, oggetti o animali, oltre alla persona sotto la pioggia: può rappresentare una distrazione, una sorta di “spostamento” vòlto a negare lo stress. L’interpretazione terrà conto del tipo di figura aggiunta, la sua posizione, la sua dimensione, oltre al suo valore simbolico.

Strumento di conoscenza e orientamento evolutivo

Questo test è un buono strumento, soprattutto se abbinato ad altri Test proiettivi (di solito la Famiglia, la Figura umana, la Casa, o anche allo studio della distribuzione ed esecuzione di disegni e scarabocchi o l’analisi della grafia. Tuttavia la sua interpretazione è di pertinenza di professionisti diversi dal grafologo, più competenti in materia di psicologia clinica e, eventualmente psicoterapia, ciò non toglie che il grafologo possa rilevare da qualunque produzione del gesto grafico le tendenze, gli stati d’animo, il temperamento e la realtà intima espressi nel momento in cui questo si esprime e può essere un buon tramite tra famiglia, scuola, ed eventuali altre figure di supporto alla persona umana, nell’interesse soprattutto del bambino e del giova

Il Test della persona nella pioggia è utilizzato anche in ambito aziendale

Nel testo integrale del mio libro si riportano alcuni esempi di disegni eseguiti da alcuni degli autori di schizzi, disegni e grafie riportati in questo libro, ovviamente di tratta di una campionatura limitata, giusto esemplificativa, ma sarà possibile, al lettore attento, ritrovare alcune corrispondenze nel gesto grafico e nella simbologia messa in atto negli uni e nelle altre (2).

 

 

 

(1) Guido Crocetti, Il bambino nella pioggia, Armando, Roma, 1986.

(2) Valeria Zacconi, Disegni, schizzi, scarabocchi.Il significato del gesto grafico a tutte le età. Epsylon, Roma, 2021.

Note aggiuntive (sintesi dal web):

Il Test Persona sotto la pioggia in sequenza valuta nella sua specificità il posizionamento e la percezione dell’ambiente del soggetto in situazioni di maggiore pressione, richiesta, frustrazione o ostacolo provenienti dalla realtà esterna, non è in gioco il concetto di sé e il livello di affermazione nell’ambiente, ma esclusivamente i meccanismi di difesa e di coping (far fronte) che il soggetto mette in atto in tali circostanze.

Alcune interpretazioni

I contenuti di base del Test Persona sotto la pioggia e sui quali possono ricadere gli indicatori grafici sintomatici sono i seguenti:

Figura umana: elementi di autotutela (ombrello, riparo ecc…); il tipo di pioggia. Ognuno di essi, ovviamente, ha un peso psicologico diverso. Di questi, la figura umana risponde ad aspetti più strutturali della personalità e della sua stabilità, mettendo in gioco i meccanismi di difesa che, come sappiamo, a differenza dei meccanismi di coping, sono inconsci.

Questo può essere applicato anche al disegno dell’ombrello quando è presente.

La pioggia, gli accessori di sfondo, gli elementi complementari di autoprotezione (tranne l’ombrello), il clima emotivo del disegno rispondono soprattutto ai meccanismi di coping, che combinano la situazione di vita della persona valutata con le risorse e le attitudini attuali e potenziali dell’Io, ma che rispondono più alle risorse situazionali che a quelle strutturali.

Piano terra o pavimento: piano della realtà, radicamento, appoggio. Va visto in relazione alla presenza o meno e alla posizione e struttura dei piedi e delle calzature. Quando si costruiscono inferenze psicologiche su questi indicatori grafici di contenuto, sono evidenti i meccanismi di difesa e le caratteristiche psicopatiche sottostanti alla personalità della persona valutata. Di fronte a situazioni frustranti, a pressioni o a fattori di stress ambientali, la persona mostra reazioni di onnipotenza e di controllo sull’ambiente, alcune difese ossessive, con una rigidità piuttosto che una flessibilità nelle modalità di coping e nelle risorse difensive.