FAQ: chiede Simona F. mamma di quattro figli:

“Come si potrebbero utilizzare gli strumenti e la metodologia molto utili dello specialista in grafologia all’interno delle istituzioni scolastiche, dall’asilo nido all’università”?

Cominciamo con un primo post di risposta che riguarderà soprattutto la scuola materna e la primaria in cui si vive, a mio avviso, una vera e propria ‘emergenza-scrittura’.

Scuole e genitori possono ovviare al crescente problema della disgrafia (disturbo specifico della scrittura nella riproduzione di segni alfabetici e numerici) fra scolari e ragazzi in Italia, prima di tutto informandosi. Ci sono siti di grafoterapeuti e grafologi dedicati a questo problema o che lo affrontano (come il mio), cui è possibile rivolgersi per avere conferenze illustrative, oppure una valutazione del problema, sempre che realmente un problema ci sia.

Capita a volte che la grafia di un alunno, per quanto non ‘bella’, non sia perturbata da una vera e propria disgrafia, o viceversa, può capitare che insegnanti o genitori sottovalutino il disordine della scrittura di un ragazzo che già porta in sé i segni di u serio disturbo.

Scrivere, non dimentichiamolo, è un’attività molto complessa che può stancare anche chi opera correttamente.

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L’apprendimento della conduzione del gesto grafico richiede tempi e modi (e una serie di attività motorie e fisiologiche collaterali) in armonia con la maturazione dei ragazzi, che, come ho già evidenziato altrove, non ha bisogno e non beneficia degli eccessivi ‘sconti’ concessi a tale formazione negli  ultimi decenni (vedi tre post sull’apprendimento della grafia a scuola; I, II, III).

La moderna grafoterapia, o ‘rieducazione’ della scrittura, oggi non agisce direttamente sulla mano-scrittura, ma opera a lungo sulle origini del gesto di base, partendo dal respiro, dal rilassamento e dall’allenamento dolce alla gestualità attraverso i cosiddetti  “gesti scivolati”, movimenti per lo più ‘aerei,’ alla base dell’atto di scrivere.

Trattando per lo più con bambini o ragazzini molto giovani, la rieducazione della scrittura avviene in modo molto graduale e in un clima di accoglienza non giudicante, certamente non colpevolizzante e quasi giocoso.

Tutte azioni che andrebbero condotte regolarmente ed efficacemente fin dalla scuola materna e che talvolta invece, purtroppo, non si fanno o si fanno in modo superficiale e un po’ frettoloso.

Attraverso una serie di incontri propedeutici, il ragazzo riprenderà la piena e serena padronanza della manualità, idonea a tracciare convenientemente anche le lettere e i loro legami.

L’intervento sul linguaggio non si focalizza solo sull’aspetto finale della produzione grafica o scrittòria, ma presta una particolare attenzione a tutti gli altri aspetti percettivi interconnessi. Non di rado, infatti, il ragazzo disgrafico oltre a ‘star male nella propria pelle’ può presentare disturbi nel comportamento e nella socializzazione o legami col gruppo. Il grafologo può essere un valido aiuto per lo stesso psicologo scolastico.

Come ho già avuto modo di dire, purtroppo nelle nostre scuole si è smesso di trasmettere il modo corretto di eseguire le singole lettere e, attraverso i legami fra l’una e l’altra, le intere parole e la gestione degli spazi (I,II,III).

Oggi occorre formare nuovamente gli stessi insegnanti, affinché si prendano cura di questi aspetti con i loro alunni, altrimenti si perdono il metodo, la sistematicità e la continuità fondamentali all’acquisizione sicura, corretta e serena, dell’atto di scrivere. Il grafologo e il rieducatore della scrittura possono aiutare insegnanti e dirigenti scolastici a comprendere i passi da non trascurare per arrivare ad una conduzione efficace e spontanea del gesto grafico da parte degli alunni, ma non dimentichiamo che oggi anche molti maestri hanno perso questa abilità, preferendo scrivere i loro commenti e le loro valutazioni in stampatello!

Per educare e/o rieducare la scrittura occorrono pochi requisiti fondamentali:

GRADUALITA’

METODO

CONTINUITA’

Gradualità e continuità sono sempre da incoraggiare in ambito educativo, il grafologo può sostenere con fiducia l’operato dei ragazzi, di scuola e famiglia che intendano intraprendere un percorso di rieducazione della grafia.

Ciò che sicuramente il grafologo può fare è fornirne il metodo.

Non si può infatti improvvisare il modo di scrivere e non è corretto abituarsi semplicemente a ‘copiare’. La mancanza di linee guida, anche per quanto riguarda l’apprendimento della scrittura, è nociva per l’equilibrio generale dei ragazzi ed ha collaborato a ‘destrutturare’ le grafie.

Affronterò ancora l’argomento in un secondo post!

Valeria