Segue dal post I sull’argomento.

FAQ: chiede Simona F. mamma di quattro figli:

“Come si potrebbero utilizzare gli strumenti e la metodologia molto utili dello specialista in grafologia all’interno delle istituzioni scolastiche, dall’asilo nido all’università”?

Cosa può fare dunque un grafologo per il mondo della scuola?

Prima di tutto informare, approfondendo i temi che ho toccato nei miei precedenti post della categoria ‘grafologia e giovani’, attraverso incontri, conferenze ed eventualmente coaching formativo mirato all’insegnamento della scrittura, in modo da non perdere più passaggi fondamentali per i bambini e i ragazzi.

Il grafologo rieducatore può collaborare con la scuola, le famiglie ed altre figure eventualmente interessate, quali psicologo e/o logopedista, per definire:

a) l’esistenza o meno e

b) la portata e  la tipologia della disgrafia (vedi post I);

c) la valutazione e riorganizzazione dello spazio personale e peripersonale (che ci riferisce alla vita relazionale dell’alunno);

d) la corretta postura, con particolare riguardo al modo di tenere la penna (vedi post, ‘Dal calamaio alla biro’):

il grafologo fornisce una serie di ‘insight’ e di esercizi per riequilibrare la corretta postura scrittoria (posizione simmetrica dei due emicorpi rispetto all’asse mediano del corpo/percezione della posizione e funzione del braccio attivo e di appoggio/corretta inclinazione del busto durante il compito di scrittura e dell’impugnatura dello strumento per scrivere), il tutto condotto tramite gioco ed esercizi propedeutici;

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e) campo grafico:

a questi contributi si aggiungono quelli relativi al campo grafico (vedi post sull’argomento: I/II/III/IV) ed in particolare quanto riguarda l’organizzazione dello spazio nel foglio, che rappresenta l’ambiente;

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f) grafia:

dopo una serie di esercizi propedeutici, un campo di intervento importante riguarda l’organizzazione della grafia in corsivo. L’insegnamento delle lettere proposto non segue l’ordine alfabetico, ma un ordine che le accomuna per modalità geometrico-spaziale e per movimenti che ne sottendono lo schema grafico e l’esecuzione.

L’approccio del grafologo rieducatore fa leva sull’incoraggiamento e la fiducia, evidenziando sempre le nuove competenze acquisite dal bambino, in un clima di accettazione, generoso di approvazione verbale e pazienza, sostenendo il desiderio di apprendere, di riuscire e di migliorare, insito nel ragazzo.

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Purtroppo quelli che propongo sono interventi per certi aspetti ‘utopici; non perché non siano realmente realizzabili, quanto per i limiti concreti della scuola italiana, penalizzata anche dalla legge 191 del 30 luglio 2004 che obbliga a contenere e ridurre  le spese per incarichi di studio, ricerca e consulenza esterna e si è allontanata, di fatto da tempo, dalla capacità di affrontare senza appoggi esterni, l’insegnamento della mano-scrittura ai nostri ragazzi.

Per quanto riguarda le Scuole Superiori e l’Università (per tornare alla domanda introduttiva di Simona), posso aggiungere che la grafologia potrebbe essere un valido strumento di auto-conoscenza dei ragazzi alla ricerca di un percorso di studi o professionale più consono alle proprie tendenze e potenzialità.

La maggior parte delle scuole è tuttavia restia ad accogliere questo fantastico strumento e ad utilizzarlo per i ragazzi più grandi. Nelle Università non vedo spazi disponibili, se non alla trasmissione di alcune conoscenze sulla materia (per esempio in corsi di studio di Scienza della Formazione, Sociologia, o che si occupano di Criminologia……). L’intervento grafologico sugli universitari mi pare tutt’ora limitato a eventuali committenze da parte dei singoli interessati.

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Vedi ad esempio il mio corso: Talenti per la vita, sulla base del quale altri ne potrebbero essere costruiti insieme agli Istituti Superiori o alle Università (con i limiti oggettivi descritti al paragrafo precedente), un po’ come viene nelle Aziende, per essere (o diventare) la persona giusta al posto giusto.

Presto altri post in risposta alle vostre domande, continuate a scrivermi!

Valeria