Il figlio sofferente. In lui la ‘ferita del non amato’.Franz_Kafka_Brief_an_den_Vater_

Kafka, nato a Praga nel 1883 è di cultura tedesca, scrive in questa lingua, di per sé molto regolare e ‘strutturata’, oggi come all’epoca dell’impero Austro-Ungarico, per cui la sua personalizzazione e semplificazione strutturale (in realtà è quasi ‘destrutturata’) assume un peso specifico maggiore nel giovane scrittore-filosofo boemo.

La grafia è piccola, irregolare, le linee sono leggere, le lettere e l’andamento del rigo quasi traballanti, mancano di ‘ancoraggio’, fluttuano, così come i pensieri (la dominanza è sicuramente ‘cerebrale’ in questa grafia) senza una vera forza propulsiva, con poca energia vitale.

L’ attaccamento alla vita è minato dall’emotività e dall’ansia (Intozzata II modo), caratteristiche cui Kafka dà testimonianza sia nella vita (riluttanza per il cibo e per il proprio corpo), che nelle opere ( ” La metamorfosi ” e molte delle sue numerose epistole e pagine di diario…..).

La grafia di Franz Kafka si sovrappone (Confusa), cede (Discendente), presenta forti variazioni nella zona mediana, sia di calibro che di inclinazione , con forti inversioni a sinistra (Rovesciata), la pressione è irregolare, presenta tratti finali taglienti su contesto fragile, come già evidenziato ( vedi barre delle ” t” e delle “f”, aste inferiori a ‘pugnale’), esprime la lacerazione di un’anima tormentata.

La tenerezza è testimoniata dai gesti curvi in cui tutte le antiche lesioni sono conservate dall’insistente e logorante attività mentale. L’intelligenza, basata sul pessimismo, perde di efficacia per una sorta di distacco dal reale senso della vita, testimoniato dalla carenza in lui tutta una serie di ‘appetiti’ e istinti.psi-disc-letter2

Il margine destro, quello che indica la relazione col padre e lo sguardo al futuro, è fortemente trattenuto, alla fine persino ridotto (in controtendenza, direi). Questo elemento, unito ad altri tratti inibiti, lacerati e sofferti, già evidenziati sopra, conferma i ben noti problemi nel rapporto di Franz con il padre-despota. Questo arricchito commerciante ebreo (non praticante), affettivamente rozzo e molto attaccato ai valori materiali: ” i cui mezzi di educazione e oratoria sono entrambi insulti, minacce e ironia, costantemente ricordando ai suoi figli la miseria della sua giovinezza, facendoli vergognare di questa loro vita facile…”, non riesce proprio a capire la sensibilità del figlio, il suo crescente amore per la letteratura, il teatro, la musica, lo spinge a studi di Giurisprudenza e a un impiego ripetitivo e quantomai arido (sarà impiegato in campo assicurativo) e frustrante.

Hermann Kafka, il padre-despota di Franz, che gli sopravvivrà sette anni.

Un padre vissuto opprimente e di poco supporto da Kafka (margine destro rientrato, fluttuazioni, Rovesciata) e contro il quale l’amore della madre, anch’essa poco empatica e molto legata alle convenzioni del luogo e del tempo, non ha saputo offrire alcuna barriera.

L’intera grafia, ma anche l’intero gesto grafico (si vedano gli schizzi, Kafka amava molto disegnare) che troviamo in Kafka, registra la profonda mancanza di sostegno affettivo patita da Franz fin dalla tenerissima età. Manca una reale autostima, il tratto è incerto, così come il procedere sul rigo.

L’inquietante disegno eseguito da Kafka stesso per illustrare la ‘bestia’ in cui si trasforma il protagonista di ‘La Metamorfosi’ del 1915.

Le lettere della grafia si scontrano, si appoggiano, si accasciano una sull’altra, più che accostarsi armonicamente…Kafka vivrà delle intense amicizie, poche e molto cerebrali, pochi amori (sembra tre, di diversa natura), ma non riuscirà mai ad accettare di vivere una relazione stabile e duratura nella convivenza, essendone tuttavia consapevole (contesto già esposto, con segni di forte emotività, irregolarità nel calibro e nell’inclinazione, con Rovesciata e gesti con Pressione spostata).

Le profonde sofferenze dell’infanzia hanno offuscato inesorabilmente la serenità affettiva di Kafka, che per la verità è anche un po’ geloso, di una gelosia fra fratelli, mai elaborata (curva, filiforme, angoli A, grafia non fluida, inceppata, Intozzata, dal tratto a momenti sporco).

Poco prima di morire dolorosamente di tisi egli scrisse: ” …per due notti ho sputato sangue, posso dire che ho lacerato me stesso. La minaccia violenta, ma vana, che mio padre era solito pronunciare: ‘ti tagliuzzerò come un pesce’, questa oscura minaccia si realizza adesso indipendentemente da lui stesso. ”

Una piccola nota aggiuntiva; nato in una famiglia ebraica, Franz Kafka, alla fine della sua tormentata vita, si dà allo studio e all’approfondimento delle tradizioni (chassidismo) e delle lingua ebraica, eccone un esempio, in una lettera inviata al suo tutore:

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Vi ritroviamo i tratti sporchi dell’Intozzata II modo e le frequenti cancellature (emotività); l’instabilità del tratto, della pressione e delle dimensioni, ma anche l’andamento regressivo della fine del rigo (Discendente), col margine finale trattenuto (l’ebraico si scrive da sinistra a destra, per cui i significati dei vettori destra-sinistra sono ribaltati), in questo caso riguarda il padre e il futuro, quello visibile a sinistra.

Kafka muore di tisi nel 1924; la maggior parte del suo immenso lavoro letterario viene pubblicata postuma dall’amico Max Brod, in contrasto con la sua volontà. Unico maschio superstite fra i fratelli Kafka (i primi due muoiono bambini), le sorelle minore periranno poco più che cinquantenni nei lager nazisti, egli non conosce gli orrori della seconda guerra mondiale, né della Shoà, ma si porterà dentro, per tutta la sua breve vita una sofferenza ‘del non amato’, del ‘non ascoltato’, del ‘non accolto’, del ‘non visto’ che egli stesso, in alcune riflessioni autobiografiche, mette in relazione psicosomatica con sua tubercolosi e i suoi polmoni ammalati con la sua anima (lui dice cervello), abusata.

Dalla grafia piccola, delicata, allungata in altezza si evincono doti di humor, poco note ai più.

Franz Kafka con due delle tre sorelle minori, la più piccola, Ottla, sarà l’unica, di tutta la famiglia, realmente affettuosa e comprensiva nei suoi confronti.

Per saperne di più, oltre alla lettura delle numerose opere di Kafka, raccomando la sua corposa:

Lettera al padre.

Il bellissimo film di Antonello Ghezzi: Franz Kafka, la vera storia, girato a Praga. Ricco, intenso, commovente.

Gli studi della psicologa svizzera Alice Miller (1923-2010), in particolare: