Letture nella scrittura.
“La verità non ha ora, è di ogni momento,
specialmente nei momenti in cui ci sembra inopportuna”
(Albert Schweitzer)
Siamo pochi chilometri sotto l’equatore, nella foresta, poco lontano dal fiume.
E’ notte e qui, nel cuore nero e pulsante dell’Africa, il silenzio è così denso che lo senti anche col tatto, insieme all’umido che appiccica la pelle alla camicia.
Improvvisamente una musica d’organo. Toccata e Fuga di Bach.
E’ il Dottor Schweitzer, medico e teologo, musicista e scienziato che in questo posto lontano dal mondo ha voluto portare il suo organo a canne perché se la medicina può salvare molte vite, forse la musica di Bach ne può salvare qualcuna in più.
Viene in mente la follia di Fitzcarraldo, nell’omonimo film di Herzog, che vuole costruire un vero teatro d’opera nel piccolo villaggio di indios dove vive, per invitare il tenore Caruso a cantare davanti al Rio delle Amazzoni.
Anche Schweitzer è un visionario, però lui è un vero condottiero e la sua opera a Lambarené, in Gabon, è ancora oggi un grande ospedale attrezzato e funzionante che da allora accoglie malati, lebbrosi, derelitti.
Sogno, musica, scienza, fede, rispetto. Queste le note nella vita del medico alsaziano amico dell’Africa, che partito con la moglie agli inizi del ‘900 verso questa terra abbandonata da Dio e dagli uomini, dopo aver costruito il primo ambulatorio in un pollaio abbandonato, ha lavorato così intensamente fino a salire i gradini dell’Accademia di Oslo per ritirare il Nobel per la Pace, nel 1954 .
Alto, possente, un viso scultoreo con i capelli bianchi che ricadono sulla fronte e i grossi baffi candidi, è un’icona per chi ora ha almeno una cinquantina d’anni: ce lo ricordiamo sulle copertine illustrate della Domenica del Corriere, ritratto con i suoi malati o mentre ritira il Nobel per la Pace. Un mito per coloro che sognavano, da grandi, di fare il medico in Africa.
Rispettoso delle tradizioni tribali africane non ha mai voluto colonizzare, né con la sua civiltà né con la religione protestante di cui era pastore, ma ha sempre cercato un intelligente sincretismo tra la cultura locale e la propria, rispettando quella africana e imparando a conoscerla.
La grafia del Dr Schweitzer mostra a prima vista tutti i caratteri della persona introversa e ‘scientifica’, con una grande attenzione ai bisogni del prossimo. Vi è nella gestualità di questo Nobel, una plasticità che denota grandi sentimenti e grande dedizione, ma anche impulsività.
Fondò nel 1913 il famoso ospedale per lebbrosi e abbandonati a Lambarené in Gabon, progetto che ha avuto bisogno di una costante opera di riflessione e di una grande tenacia nella realizzazione pratica, fatta di sensibile abilità diplomatica e di sforzi personali come i concerti benefici tenuti dal Dr Schweitzer, stimato interprete di Bach.
Personalità sicuramente complessa e non facile per natura, ma modellata dalla fede e dalla dedizione profonde all’altro (Curva e Largo di lettere). Come spesso accade ai grandi, Schweitzer seppe offrire il meglio delle proprie qualità generose, umane e umanitarie, unite a grande autodisciplina, tatto e capacità imprenditoriale che hanno portato la luce dell’empatia e del soccorso agli altri, alla sua vita e a quella di tutti noi, per generazioni a venire.
“La fortuna è l’unica cosa che raddoppia quando la si condivide” (A. Schweitzer)
Albert Schweitzer, nei Fiori
I Rimedi che lo caratterizzano sono da vedere nella loro accezione positiva. Ad esempio: Vine che è descritto dal Dottor Bach come persona rude e dura, in Schweitzer è nel suo lato equilibrato di Vine al positivo, quindi autorevole e rispettoso dell’altro, con indubbie doti di organizzatore e direttore, ma mai prevaricatore. Così Holly, il Rimedio per chi soffre di sospetto, gelosia e vendetta nel lato armonico è Amore. Clematis positivo riesce a concretizzare i sogni.
Vine “Persone molto capaci, certe della propria abilità, sicure di riuscire. Questa loro sicurezza le porta a pensare che sarebbe nell’interesse degli altri seguire il loro modo di agire che sono convinte sia quello giusto. Persino nella malattia esse danno ordini a chi le assiste. Possono essere di grande aiuto in caso di emergenza.”
Holly “Per chi a volte viene assalito da pensieri come la gelosia, l’invidia, la vendetta, il sospetto. Per tutte le forme di risentimento. Queste persone possono soffrire molto nel proprio intimo e spesso senza che ci sia una causa reale della loro infelicità.”
Clematis “Coloro che sono sognatori, assonnati, non completamente svegli e senza grandi stimoli nella vita. Persone tranquille, non davvero felici delle proprie circostanze attuali, esse vivono più nel futuro che nel presente e nella speranza di tempi migliori, in cui i loro ideali potranno realizzarsi. Nella malattia non fanno grandi sforzi per star meglio e in certi casi arrivano persino a desiderare la morte, nella speranza di tempi migliori o, forse per rincontrare una persona amata che hanno perso.”
“La coscienza tranquilla è un’invenzione del diavolo.”
(A. Schweitzer)
in collaborazione con: http://www.360gradifioridibach.com/
Le grafie prodotte per illustrare il post non sono necessariamente quelle utilizzate per la misurazione dei segni della stessa grafia.
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