Difficile definire lo stress per cui non ci provo affatto, dò per scontato che ognuno di noi ne abbia una sorta di percezione personale e forse un’idea teorica.

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Da una supposta base comune di comprensione del termine ‘stress’, cerchiamo di sintonizzarci attorno a una serie di informazioni, prima delle quali è che lo stress no è tutto uguale, ragionando in modo un po’ schematico lo si può distinguere in transitorio oppure cronico.

Del primo tipo abbiamo, occasionalmente, fatto tutti l’esperienza e spesso – come per l’ansia, sua sorella ‘minore’ – ci ha forse salvato la vita. L’eustress è proprio quello che ci fa rispondere (generalmente in non più di trenta secondi!) a una minaccia esterna e ci consente di reagire nei termini di attacca o fuggi (anche se spesso in noi umani diventa fuggi o resta bloccato).

E’ quanto resta in noi di un codice animale volto a salvarci la vita, come quando eravamo nella foresta e dovevamo reagire a una minaccia a noi o ai nostri figli (il nostro ‘prolungamento’ nella specie). Per quanto l’uomo infatti si collochi in cima alla catena alimentare e forse esistenziale,  grazie all’essere dotato di coscienza, c’è sempre una traccia del ‘richiamo del Serengheti’ che agisce in ciascuno di noi!

Lo stress è di fondo una sindrome di adattamento a delle sollecitazioni (stressors). Tale adattamento dipende dalle capacità di individuale di mettere in opera una risposta adeguata ed efficace (‘problem solving’), ma anche dalla presenza di opportuni elementi ambientali, economici o relazionali di contorno.

L’eustress, o ‘stress buono’, provoca una risposta eccitata (non necessariamente negativa) di fronte a un evento sia negativo che piacevole, come un bel piatto di…lasagne oppure un incontro sessuale appagante e, per quanto abbiamo costruito relazioni, acquistato ingredienti o biancheria intima di pizzo per arrivare a tal punto di sollecitazione, è sempre fondamentalmente l’istinto animale che, eccitandosi, agisce in noi!

A questo livello di stress siamo nell’equilibrio del rapporto stimolo-risposta, sia che riguardi la sfera biologica, affettiva o cognitiva. Questo tipo di stress ‘lieve’ o ‘buono’ genera in noi prudenza, saggezza, discernimento poiché è frutto della nostra capacità di adattamento a nuove sollecitazioni. Importante parametro grafologico, valutativo della risposta allo stress, riguarderà principalmente la presenza o l’assenza dei segni di tale flessibilità o adattamento.

Il cervello è l’organo di sopravvivenza più sofisticato, ad un attacco risponde con l’immissione degli ormoni adrenalina e cortisolo (della famiglia dei glucocorticoidi) ad opera delle ghiandole surrenali. Questi ormoni sono responsabili delle nostre risposte chimico-fisiologiche alla stimolazione, come l’accelerazione del battito cardiaco, la sudorazione, la dilatazione delle pupille, l’irrigidimento muscolare….che accompagnano la reazione di assalto o fuga. Quando la risposta a tale stimolazione è eccessiva, vuoi per una forma di fragilità di noi stessi come ‘terreno’, vuoi per una troppo intensa o troppo lungamente protratta esposizione al fattore di stress, si verificano dei danni. In quel caso gli ormoni ‘dello stress’ sono stati troppo abbondanti e se vengono loro aperte le vie del sistema nervoso centrale, ecco che attaccano le cellule dell’ippocampo – quella deliziosa parte del sistema limbico, localizzato nella zona mediale del lobo temporale che svolge un ruolo importante nei processi di memoria, adiacente all’Amigdala, la parte del cervello che gestisce le emozioni, rendendolo estremamente sensibile allo stress, fino a danneggiarlo in modo più o meno severo. In quel caso: addio memoria, addio discernimento!

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Grafologicamente una buona condotta del tratto e una pressione equilibrata danno la tendenza a una buona ‘tenuta’ energetica.

Fluidità, elasticità, legamenti prevalentemente a ghirlanda, danno consequenzialità del ragionamento; Ponderata, Triplice larghezza equilibrata, Disuguaglianze metodiche del calibro e dell’inclinazione (sinuosa), NON disordinata, buona tenuta del rigo (Mantiene il rigo non rigido), Curva bilanciato da una minima dose di Angoli, sono tutti segni favorevoli a una buona risposta sinergica in caso di stimolo stressante:

ME 1 Antonia Fiorini

Viceversa, sia un’eccessiva rigidità (A), come un’eccessiva mollezza o evanescenza (B), o addirittura disordine (C), possono esporre a più o meno severi sintomi da stress cronico (vedi post: Stress II).

Nietsche

 Sopra (A) grafia rigida, Acuta, Int II modo, Stretta, Stentata, Scattante di Friedrich Nietsche.

Richelieu

(A) (C) Sopra grafia grande, Intozzata II modo, Stretta, Aste rette, Solenne, con Ricci del soggettivismo Acuta, Contorta…..in contesto Filiforme e Accurato (insincerità, mancanza di carattere personale, falsa adattabilità per ambizione e desiderio di comando); si tratta del Cardinale Richelieu.

(B) Sotto grafia Disgregata nella distribuzione degli spazio di ragazzo di 14 anni (da Cristofanelli) in contesto timido, inibito isolato:

Grafia disgregata ragazzo

(C) Sotto grafia femminile con un eccessivo grado di Curva (altruismo esagerato, senza organizzazione), Alta rotonda (un tipo di calibro grande), Disordinata, Sciatta, Tentennante, Spadiforme in entrambe le direzioni (da Torbidoni-Zanin):

Disordinata

L’estroversione è ‘sconclusionata’ e, alla fine, controproducente nei riguardi sia propri che altrui. Possibili risposte ‘maladattative’ a un evento stressante che possono determinare l’insorgenza di un quadro patologico.

Lo stress cronico è una condizione severa che può avere origine biologica o instaurarsi tenacemente dopo una serie di esperienze negative, come nel caso di ‘impotenza appresa’ (tristemente documentata dagli studi di laboratorio su cani e altri animali o su umani ridotti in prolungata, umiliante prigionia) e anziché salare la vita, la annienta, sia su base biologica (il forte stress abbassa le difese immunitarie), sia su base affettiva (allontana dalle relazioni che sono in realtà la nostra vera ‘palestra’ esistenziale), sia su base cognitiva (il cervello stressato apprende e ricorda ….male).

Questo tipo di stress è percepito come negativo perché, oltre a provocare una reazione psicologica eccitata (misurabile da un osservatore esterno), il suo fattore scatenante è percepito come avverso, cioè qualcosa che – se portata alla coscienza dell’interessato gli fa rispondere inequivocabilmente “si” alla domanda: “Se potessi, ridurrei o eviterei del tutto questo stimolo, questa esperienza?”. Questo soprattutto in virtù del fatto che, quando si è sotto stress si ha la sgradevole sensazione di perdere del tutto il controllo sul fattore scatenante. E’ quello che succede quando insorge l’impotenza appresa’ su menzionata; controllo e prevedibilità saltano, e così anche ….i nervi!