Come si esprimevano nell’intimità i ‘padri della Patria’. Cavour (III/IV)

Nobile piemontese colto, Camillo Cavour (1810-1861) è stato il vero stratega della realizzazione dell’unità d’Italia, viaggiando pochissimo per la penisola e senza mai andare più a sud di Pisa. Eppure è stato il maggiore artefice dell’unità del Paese.

La grafia di Cavour è piccola, Minuta e Minuziosa (per i segni vedi Glossario), Attaccata, Sinuosa, Parca, Ponderata, con Mantiene il rigo, Fluida, Calma, Curva, con pressione né troppo marcata né troppo debole (metà Fliforme, metà Intozzata I modo), Scattante e sobria nell’insieme (non ha praticamente Ricci). Considerando il costume del tempo possiamo dire che si tratta di una grafia ‘moderna’, senza le ampollosità e i manierismi presenti in molte grafie dell’epoca.

Anche Cavour, come Mazzini, ha sia un buon intuito che la capacità di verificare col ragionamento, quanto precedentemente intuito. Cavour ha però maggiore senso critico, più attenzione ai dettagli e una più armonica capacità di sintesi (che a Mazzini per la verità mancava, avendo un alto grado di Staccata, che tende a ‘spezzettare’ nell’analisi). Cavour dispone inoltre di una maggiore chiarezza discriminitava e completezza di giudizio, avendo la Triplice larghezza equilibrata (cosa che Mazzini e, in misura maggiore Garibaldi, non avevano).

Anch’egli, come Mazzini e al contrario di Garibaldi, è piuttosto laconico, ma più sottile nell’humor e originale nell’espressione verbale (Minuta, Ponderata, con buona Triplice larghezza), scarsa si, ma qualitativamente ricca, originale, raffinata e non malevola (Minuta e Disuguale metodico, Chiara). Tenace, ma al tempo stesso abile e flessibile nella trattativa, ambizioso – probabilmente il più ambizioso dei tre, ma senza strafare.

Vuoi per natura, vuoi per educazione, Cavour era un diplomatico, un seduttore, sapeva toccare (quasi) sempre i tasti giusti (Minuta, Ponderata, Sinuosa) e arrivare allo scopo (Minuta, Mantiene il rigo, Angoli A e B e Intozzata I modo quanto basta).

Sopra, fine di una missiva e la firma di Cavour (gli spazi sono originali).

Non amava Garibaldi, che ricambiava l’antipatia; del resto uno era sanguigno, istintivo, estroverso e passionale in tutto; l’altro (Cavour), meditativo, sornione, misurato, mentale …’visceralmente’ aristocratico in tutto.

Ma come amava le donne Cavour?

Si sa che ebbe delle amanti, spesso sposate, e che ebbe una passione erotica per Bianca Ronzani, seconda moglie di un impresario teatrale e ballerina lei stessa (di origine prussiana) che aveva incontrato in qualità di Ministro delle Finanze, quando la donna gli si rivolse per ottenere un finanziamento alle produzioni artistiche della compagnia del marito. Divenne la sua amante nel 1857 e Cavour scrisse per lei lettere infuocate (nella grafia vi è anche Scattante). La donna lasciò il marito; la relazione scandalizzò e diede non poco filo da torcere alla famiglia di lui, ma durò fino alla morte dello statista, avvenuta proprio nel 1861, anno dell’unità d’Italia.

Certo con una grafia così minuta non si amano le luci della ribalta, soprattutto nelle questioni ‘private’. Cavour sarà stato sicuramente uomo discreto, come si confaceva al suo lignaggio. Ciò non toglie che la grafia ‘palpiti’, sia vivace, fluida e vitale in tutte le sue manifestazioni e ritmi. Inoltre il calibro piccolo e la pressione ‘media’ garantiscono una buona tenuta agli stress, concentrazione e un perseguimento degli scopi senza eccessivi ‘sprechi’.

Misurato, ma non avaro, Cavour mostra un approccio all’intimità garbato, forse un po’ cauto, ma non inibito (come potrebbe essere stato per Mazzini), dalla comunicativa chiara, sobria e avveduta (Chiara, Nitida, Ponderata, Parca). Disponibile alle sollecitazioni della passione (Scattante e aste concave a destra), Cavour le cede in maniera selettiva, non certo ‘primitiva’, come probabilmente accadeva a Garibaldi e, vedremo, anche a Vittorio Emanuele II. Una volta coinvolto, in politica come in amore (era anche un buon giocatore d’azzardo), mette tutto sé stesso nell’impresa; col suo rigore, l’attenzione, la cura -in un certo senso- che il caso via via richiede.

Pare che Cavour non ebbe mai propositi matrimoniali; la sua è la grafia di uno studioso e certamente dedicò molta energia all’attività diplomatco-politica – fra l’altro così movimentata al suo tempo. Fu un vero ‘manager’-stratega e certamente non frequentò il tipo di ‘sposa’ (siamo nel XIX secolo!) che si limita a portare una dote, fare figli o che ‘sta dietro a un grande uomo‘, mostrando – anche in questo- di essere un innovatore originale.

 

Le grafie prodotte per illustrare il post non sono necessariamente quelle utilizzate per la misurazione dei segni della stessa grafia.