Fermento, intuizione, ribellione e ‘regola’, ecco come si armonizzano nella grafia del grande scrittore tedesco.

Herman Hesse (1877-1962) lʼintuitivo, fantastico, maestro di parole e immaginazione, creatore di grandi immagini e narratore potentemente simbolico, eccolo qua, sotto i miei occhi, non più solo nei romanzi e nei racconti, ma con la sua grafia di cui mi affascina soprattutto lo sviluppo (che affronterò altrove) dallʼadolescenza alla tarda età, che ancor più della sua biografia mostra come sia possibile (e per taluni forse persino più facile o congeniale) giungere alla più piena espressione di sé in età matura.

Nato nel 1877 in una cittadina tedesca in una famiglia protestante, colta e molto religiosa ha assecondato per un poʼ le istanze di questʼultima, cercando di domare il suo carattere ribelle e lavorando come apprendista in una fabbrica di orologi (grafia piccola, contorta, quindi ʻabileʼ per la meccanica fine). La fertile spinta creativa e ‘sovversiva’ lo vogliono altrove.

(grafia di Herman Hesse a 28 anni)

La forte personalità e un certo sottofondo creativo, innovativo e ribelle (quale artista non lo è?) lo spingerà sempre ʻoltreʼ, per cui, co tutti gli sforzi possibili, non gli sarà mai completamente agevole adattarsi alla vita secondo i modelli culturali borghesi del suo tempo, al matrimonio e persino alla ʻrealtàʼ.

Molto emotivo (Intozzata II modo, su base Filiforme) la fuga in mondi fantastici sarà il suo modo di vivere, prima ancora che il suo ʻgenereʼ letterario (forte disuguale metodico, pendente, aperture a capo, dinamica, ricci della mitomania).

Scrittore autodidatta fin da giovanissimo, esprimerà felicemente nei suoi scritti il suo sentire, così ricco, rapido e intuitivo (attaccata, disuguale metodico, sinuosa, dinamica, pendente) e allo stesso tempo potrà far sempre più conto sulla sua capacità di tenuta (aste rette, mantiene il rigo, scattante) e capacità di controllo (contorta, sinuosa, tenuta del rigo, gestione degli spazi regolare, ma non rigida).

Lʼirrequietezza lo porta a indagare, anche dentro di sé, e a viaggiare, grazie ad una mente eclettica, grande curiosità, spirito di ricerca. Famoso e fecondo il suo viaggio in Oriente del 1911.

Inizia nel 1916 una terapia analitica con Josef Lang, allievo di Carl Gustav Jung e nel 1921 con lo stesso Jung, durante la stesura del suo famosissimo romanzo ʻSiddhartaʼ. Ha più di quarantʼanni Herman Hesse (età considerata ʻvenerandaʼ alla sua epoca e sconsigliata per iniziare quel tipo di percorso introspettivo) e inizia a dipingere. Inoltre Hesse inserisce spesso disegni e illustrazioni nei suoi scritti (ne faccio accenno nel mio e-book gratuito, quando parlo di disegni e scarabocchi).

I 3000 acquerelli che produrrà saranno oggetto di interesse quasi quanto i suoi scritti e verranno esposti in tutto il mondo.

Il linguaggio analitico incontra felicemente la predisposizione ʻoniricaʼ di Hesse. Il costante lavoro di introspezione lo alleggerisce e il percorso spirituale che avvia parallelamente finalmente lo rasserena e rende libero di esprimersi fuori dalla giovanile ʻreattivitàʼ.

La presenza di ʻascendenteʼ fra gli indici grafologici è (unitamente a quanto già evidenziato per sensibilità e dinamismo) spinta a questa continua ricerca di perfezionamento e autoriforma. La naturale curiosità e sete di conoscenza di Hesse, unite alla forte capacità di assimilazione, intuizione rapida. sintesi e verifica faranno della seconda parte della vita dellʼartista una persona più interiormente ricca, serena di sé e appagata, che in gioventù. Più fluido e spontaneo con gli anni, meno dritto e più pendente, meno aste rette e più concavo a destra, più ordinato e chiaro, senza perdere di vivacità.

Nel 1946, a quasi settantʼanni, a Herman Hesse verrà conferito il Nobel per il romanzo ʻIl giuoco delle perle di vetroʼ ed è la sua età più matura la più ricca e serena anche affettivamente, accanto a una terza compagna, Ninon dopo due matrimoni (inevitabilmente) falliti.

(sopra: grafia di Herman Hesse a settantanove anni)

A quasi ottantʼanni energia e tenuta sono ancora ben evidenti, così come lʼordine e la regolarità degli spazi. Il ritmo è sempre sostenuto, ma è aumentata lʼesigenza di chiarezza (chiara, che non cʼera in età giovanile) e un maggiore senso dellʼattesa (il temperamento grafologico che prevarrà in età matura, rispetto al giovanile ʻresistenzaʼ).

Come per Maria Montessori, Madre Teresa e quasi tutte le grandi menti e grandi anime, lʼordine (senza rigidità) è elemento essenziale, cornice ideale e sostegno per ogni creatività ed efficacia espressiva. Le grafie di questi personaggi riflettono in genere, pur nelle loro diversità, armonia, integrazione e organizzazione. Qualità di cui parlerò ancora.

Verso la fine della sua lunga e feconda esistenza, Herman Hesse, così si esprime nei confronti della grafologia (egli era esattamente coevo di p. Moretti):

ʻNon sono uno studioso della scrittura, tuttavia la visione grafica di lettere e manoscritti mi ha sempre comunicato qualcosa….I grafologi hanno comunicato una tecnica meravigliosa per comprendere la scrittura che è quasi perfetta in quanto a esattezza (…..) lʼho vista affermarsi in casi molto difficili (……..). Così come il grafologo legge e interpreta la scrittura di un umanista, di un avaro, di uno sprecone, di uno spavaldo……..così il pastore e il cacciatore leggono e comprendono le tracce della volpe, della martora, della lepre, riconoscono la specie e la famiglia, notano se stanno bene, se tutte le zampe funzionano normalmente, se ferite o età ne ostacolano il cammino, se passeggiano tranquilli o se vanno di frettaʼ.(1)

“Sono stato e sono tuttora un cercatore, ma ho smesso di fare domande a stelle e libri; ho cominciato ad ascoltare gli insegnamenti che il mio sangue mi sussurra”. Hermann Hesse

 

Tornerò a parlare anche di Hesse; seguite i miei post, alla prossima,

Valeria

Le grafie prodotte per illustrare il post non sono necessariamente quelle utilizzate per la misurazione dei segni della stessa grafia.

Per saperne di più:

Enrico Groppali, ʻIl grande solitario di Calwʼ, in H. Hesse: ʻLʼinfanzia dellʼincantatoreʼ, Mondadori, Milano (1995)
A. Prinz, ʻVita di Herman Hesseʼ, Donzelli, Roma (2003)

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1 Riferito da R. Klaiber nel 1995 allʼ11° Congresso Internazionale della società Europea di Grafologia.